Mara Carfagna: “Unioni Civili, una primavera dei diritti”
- di RED COM
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(PRIMAPRESS) - ROMA - Pienamente riuscito il Convegno sulle Unioni Civili presso la Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, organizzato dal Dipartimento Libertà Civili e Diritti Umani di Forza Italia, diretto dall'Onorevole Mara Carfagna. Al convegno“Unioni Civili, una nuova primavera dei diritti” erano presenti illustri relatori: l’ex ministro per le Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, la vice capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini, Alessia Valenza (ILGA World), Fabrizio Petri (Ass. GLobe Mae-Rete dipendenti LGBT del Ministero degli Esteri), Roberto Baiocco (Psicoterapeura e ricercatore Univ. La Sapienza), Concetta Giunta (Ist. Diritto Pubblico Univ. Tor Vergata) e Fabio Corbisiero (Docente e coordinatore osservatorio LGBT Univ. Federico II).
Tra le associazioni LGBT presenti anche l'Associazione Nazionale ANDDOS, il più grande movimento italiano contro le Discriminazioni da orientamento sessuale, accreditato al convegno con il responsabile dell'Ufficio Stampa, il giornalista Marco Tosarello, in rappresentanza del Presidente Mario Marco Canale e del Presidente dei Garanti, l'avv. Antonio Bubici, fuori Roma per impegni istituzionali.
Così l'ex ministro Mara Carfagna ha voluto spiegare le motivazioni di questo Convegno: “È un tema di cui mi occupo dal 2008, quando sono stata nominata Ministro delle Pari Opportunità e per prima, da donna di destra, ho aperto le porte del dicastero all’associazionismo gay e LGBT, e al tema della lotta all’omofobia, con iniziative di comunicazione e sensibilizzazione nelle scuole, sui media e nei luoghi di lavoro. Con un unico obiettivo: contrastare pregiudizi e combattere discriminazioni”.
Un bilancio molto soddisfacente per questo Convegno che ha toccato ed approfondito temi importanti e di grandissima attualità nella lotta al riconoscimento dei diritti per tutti:
“E' stato un pomeriggio importante che ci ha permesso di fare il punto su una questione controversa, delicata, sensibile di cui si dibatte a lungo e che purtroppo su cui ancora non si è riuscito a trovare uno sbocco legislativo nel nostro Paese.
Forse perché sono tante le sensibilità presenti all’interno della società e quindi all’interno del Parlamento,ma forse e soprattutto perché il dibattito che ha accompagnato la questione della necessità di riconoscere diritti e doveri alle coppie omosessuali è stato un dibattito troppo spesso viziato da pregiudizi e da ideologie.
Perché è così importante riconoscere le unioni omosessuali ? Perché è così importante che ciò avvenga anche per una forza di Centrodestra come la nostra, anzi una parte di una forza di centrodestra, perché non nascondo che il mio partito è diviso al suo interno, ha diverse posizioni su questa tematica che vanno ovviamente tutte rispettate con l’auspicio che ci sia la volontà di arrivare a una sintesi. Stiamo parlando di un fenomeno che ha a che fare con i diritti delle persone e con le sofferenze delle persone, che è già ampiamente diffuso all’interno della nostra società e che si sta sviluppando e si sta evolvendo all’interno di un vuoto legislativo che produce disparità di trattamento, disuguaglianze, discriminazioni e anche confusione. E allora io credo che sia compito della politica occuparsi di questi temi, perché non possiamo certo tollerare o accettare che le regole sulle convivenze civili dei cittadini omosessuali italiani vengano scritte per esempio dalla Corte Costituzionale, o dall’Unione Europea, o peggio ancora siano oggetto di diatribe tra Sindaci, Prefetti, il Ministro dell’Interno , il Tar e quant’altro. La politica deve fare il suo mestiere. E ancora di più io ritengo che una forza di centrodestra non debba chiudere gli occhi dinanzi alle evoluzioni della società perché non è nascondendo un problema che quel problema si risolve. Una forza di centrodestra ha il compito, non di assecondare o inseguire o subire i cambiamenti della società ma di regolarli, di regolamentarli, di stabilire regole ,confini e un perimetro all’interno del quale questi nuovi fenomeni possano e debbano essere codificati. Il dibattito di oggi e anche le testimonianze che abbiamo ascoltato sono state toccanti, hanno interrogato le nostre coscienze: la politica ha il dovere di trovare la soluzione più equilibrata per contrastare discriminazioni e pregiudizi.
Voglio però immediatamente sgombrare il campo da un equivoco di fondo: non c’è nessuna volontà di produrre un attacco alla famiglia naturale fondata sul matrimonio. Non stiamo togliendo qualcosa alla famiglia, per darla alle coppie omosessuali, stiamo parlando di riconoscere diritti, a chi diritti non ne ha. Non stiamo promuovendo un nuovo modello di società , stiamo parlando di riconoscere quei diritti che in altri paesi del mondo , soprattutto in altri paesi europei, sono ampiamente riconosciuti, e che le altre Corti ci invitano a riconoscere senza che questo voglia dire costruire un modello, un’istituzione giuridica alternativa alla famiglia. Quindi che questo sia ben chiaro, e sgombriamo il campo da questo equivoco di fondo che ha ideologizzato ed estremizzato il dibattito in tutti questi anni, e che ci ha impedito di arrivare anche soltanto ad un confronto sereno.
Non regolamentare le unioni civili, non riconoscere diritti e doveri dei cittadini omosessuali, di cittadini che esistono, che pagano le tasse, che hanno gli stessi doveri degli altri cittadini, le stesse responsabilità degli altri cittadini nei confronti dello Stato equivale alla negazione di un diritto civile per eccellenza ed io credo che questo non possiamo permettercelo. Ecco perché io auspico, consapevole che non sarà un percorso facile, che incontri come questi possano servire ad alimentare una discussione serena che possa far non dissolvere la nostra società, come qualcuno in malafede dice, ma progredire la nostra società attraverso il riconoscimento dei diritti per tutti i cittadini verso quella che oggi noi abbiamo voluto chiamare una nuova primavera dei diritti”. - (PRIMAPRESS)