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M5S: bagno di folla per Di Maio nella sua Pomigliano

  • di Paolo Picone
  • in Politica
(PRIMAPRESS) - POMIGLIANO D'ARCO, Napoli - Per una sera Pomigliano d'Arco, una delle città più industrializzate del Mezzogiorno, si è trasformata nella Capitale della politica italiana e della campagna elettorale. Qui infatti ha chiuso la prima fase della sua campagna elettorale un pomiglianese doc, il candidato premier e capo politico del M5S, Luigi Di Maio. E, come ci s'immaginava, per il 31enne vice presidente della Camera è stata la degna consacrazione tra la sua gente, un'apoteosi di affetto da parte dei sostenitori. Qualcuno tra i convenuti al Palazzetto commenta - probabilmente non discostandosi molto dalla realtà - che «una cosa così a Pomigliano non si era mai vista». Nel ritrovato Palazzetto dello Sport della città, da poco ristrutturato da un'associazione privata che gestisce la struttura pubblica, è quasi impossibile accedere già un'ora prima che Di Maio faccia il suo ingresso. Ma non sono riusciti ad entrare tutti. Per questioni di sicurezza migliaia di persone restano all'esterno del Palazzetto. Dentro non c'è più capienza. Sulla pedana centrale ci sono tutti i suoi più fedeli amici e compagni di viaggio. Dario De Falco, il consigliere comunale di Pomigliano che con lui ha iniziato l'attività politica sin dai tempi del liceo. Tutti gli altri consiglieri del M5S. La capogruppo alla regione Campania del M5S, Valeria Ciarambino, un'altra pomiglianese doc. E poi tutti i candidati parlamentari del territorio sia per il proporzionale che per l'uninominale. Ma c'è soprattutto un'intera comunità non solo di Pomigliano ma anche dei comuni limitrofi. E non possono mancare neanche papà e mamma Di Maio, si confondono tra la folla, come hanno sempre fatto mantenendo uno stile molto riservato. C'è anche il parroco della Chiesa di San Felice in Pincis di Pomigliano, il «prete-operaio» don Peppino Gambardella. Ed in prima fila anche rappresentanti di associazioni di non vedenti e di sordi. Insomma un bagno di folla. E forse per la prima volta da quando ha calcato Montecitorio, Giggino, arriva protetto da un cordone di sicurezza e così va via, come una vera star. Anche se una volta entrato nel Palazzetto e seduto al centro della pedana, Di Maio si guarda intorno e conoscendo gran parte dei presenti inizia a dispensare saluti e sorrisi ad uno o all'altro. E’ la sua gente e questo fa la differenza stasera. Neanche a dirlo al suo seguito ci sono decine di giornalisti, cameraman e fotografi. Dopo la presentazione dei candidati, arriva il suo momento. Ed ovviamente oltre a snocciolare tutti i temi che ha portato in lungo e largo in queste settimane di campagna elettorale, riserva parole di gratitudine e di affetto per la sua gente. E chi lo conosce sa bene che è sincero. Poi ovviamente riserva qualche stilettata a chi lo ha sempre attaccato anche a volte in modo non appropriato. «Il governatore della Campania De Luca mi ha sempre attaccato perchè da ragazzo ho lavorato come cameriere, steward allo stadio, webmaster. Ma io sono fiero di averlo fatto e di essermi sudato ogni guadagno. Ma ho capito ora perchè mi ha tanto attaccato su questo. Ha piazzato due figli, uno come vicesindaco di Salerno, l'altro come parlamentare. E lui che parla tanto di lavoro, sono 30 anni che non lavora e che fa il politico». Poi ribadisce il concetto di un suo ultimo video su Facebook in risposta agli attacchi pesanti del suo competitor del centro-destra nel collegio uninominale, un Vittorio Sgarbi che Di Maio definisce un«catapultato a Pomigliano, terra di cui non conosce un bel niente». Ma Giggino ci tiene a raccomandare alla sua gente, che nonostante gli attacchi pesanti ricevuti non devono farsi provocare, «se lo incontrate - dice Di Maio - offritegli un caffè, fategli un sorriso e dimostrategli la nostra proverbiale ospitalità». E poi chiude con lo slogan che ha contraddistinto tutta la sua campagna elettorale: «Partecipiamo, Scegliamo e Cambiamo». - (PRIMAPRESS)