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Cinema: l’esordio di Tessa Van den Broeck in ‘Julie ha un segreto’ di Van Dijl

ROMA – Il prossimo 24 aprile, nelle sale italiane, uscirà il film ‘Julie ha un segreto’, la quarta opera del regista belga Leonardo Van Dijl interpretato  dalla giovane Tessa Van den Broeck al suo esordio.
La storia, ambientata in Belgio, con un francese ricco di contaminazioni tedesche, ruota intorno alla giovane Julie il cui segreto – lo sveliamo subito ma senza togliere nulla alla trama del film e al suo finale – è un abuso. Argomento difficile da trattare ma Van Dijl ci riesce bene.
Si tratta di un’adolescente, che frequenta il liceo ma è soprattutto una grande promessa del tennis femminile, al punto da potersi permettere gratuitamente le lezioni presso un prestigioso circolo della sua città. La trama principia dal suicidio di una ragazza sua coetanea, nonché compagna sportiva, tale Aline, riguardo il cui gesto estremo non sono ben note le cause. Julie, in seguito a questo evento, comincia a non essere più molto attenta nello studio, e ad allenarsi peggio anche a tennis, così da suscitare la preoccupazione dei genitori (Koen De Bouw e la stessa Ruth Becquart) e soprattutto di Sofie (Claire Bodson), la direttrice del circolo. provvedimento. Julie sembra sul punto di volersi confidare su tutto con Sofie, sempre al telefono, cambiando tuttavia idea a conversazione in corso, e limitandosi a ringraziarla per esserle stata vicina in quei mesi. Le cose a scuola vanno migliorando, e la ragazza si appresta a partecipare a una selezione della federazione tennistica belga, attraverso la quale potrà fare un importante salto di qualità verso il professionismo. Lo stress in queste giornate è forte, e Julie si sente serena solo in compagnia dei suoi amici, peraltro tutti più benestanti di lei, e del suo bassottino Max. Nonostante le difficoltà, alla fine Julie è tra le tre atlete scelte dalla federazione. È un momento di grande gioia per lei, condivisa in una festa a casa, con la sua famiglia e con gli altri ragazzi e ragazze del circolo: Laure e Inès su tutte (Grace Biot e Alyssa Lorette). Quando la storia e il film sembrano giungere a conclusione, con un finale lieto a metà, c’è un colpo di scena.

La pellicola è sicuramente molto asciutta, e questo stilema trasmette in maniera efficace la crudezza dei temi trattati. Vi è poco spazio per l’azione vera e propria, e ad alternarsi ciclicamente sono tre tipi di sequenze: lunghi e realistici dialoghi fra i personaggi, lenti silenzi che accompagnano la solitudine di Julie (nelle sue riflessioni o nelle passeggiate con Max), e riprese dei frenetici allenamenti di tennis. La colonna sonora è quasi assente, sostituita da una pesante quiete che molto di rado si incontra nel cinema commerciale.
Con la parola fine e i titoli di coda verrebbe da dire: Gioco, partita, incontro.

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