ROMA – Ottima affluenza per la terza serata del RIFF, il Rome Independent Film Festival che registra il tutto esaurito con la proiezione di “In nomine Satan†di Emanuele Cerman alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa. L’opera di carattere drammatico inizialmente era destinata alla realizzazione di due puntate televisive sotto la direzione del romano Stefano Calvagna (Senza paura, L’ultimo ultras) divenuto in seguito co-sceneggiatore e protagonista del film.
La storia ricalca idealmente alcune delle vicende del gruppo di giovani del varesotto che agli inizi del ventunesimo secolo sconvolse l’opinione pubblica italiana con vari omicidi a sfondo satanista per approdare poi verso una conclusione autonoma e del tutto personale sul tema. “In nomine Satanâ€, infatti, non protende verso una violenza spettacolarizza in termini visivi, ma preferisce agire sul piano psicologico raccontando attraverso il rapporto causa effetto, la sottile linea che divide il bene ed il male nonché le conseguenze scaturite dalle azioni degli interpreti principali.
Il regista che ha lavorato in condizioni estreme (solo 10 giorni di riprese e tre mesi per la finalizzazione), si è concentrato dal punto di vista narrativo su differenti piani semantici attraverso lo sguardo di chi ne subisce le conseguenze alternando così i rapporti tra genitori e figli, amore e morte, realtà ed immaginazione, giustizia e responsabilità sociali. È sempre lui che non esita a stravolgere la sceneggiatura a pochi giorni dalle riprese per cercare di allontanarsi da una visione moralista di facile giudizio, il tutto senza rinunciare all’estetica specie nelle scene più oniriche nel film. Ne è esempio la sequenza d’apertura color porpora, anticipata dalla citazione dell’opera di Dario Bellezza, ‘Salomè’, che rimembra a tratti “Le iene†di Tarantino, e le percezioni distorte di alcuni momenti che culminano in piccoli incubi alla David Lynch.
In una Roma pressoché irriconoscibile, sotto le feste natalizie, si svolgono indagini che vanno e vengono sui binari multipli dell’ellissi temporale fino a quando il mosaico non si palesa davanti agli occhi dei PM. Sono storie di ‘sick boys’ che fra triangoli amorosi e mix di droghe nascondono dietro il loro shock tossico disagi ben più grandi fatti di regressioni, debolezze, immaturità , nonsense e degrado degli affetti, di quella ricerca dell’appartenenza ad un gruppo e della voglia di ‘insistere’ oltre che esistere in un mondo ormai svuotato dai suoi valori culturali specie in questo ultimo ventennio.
Il ritmo del film è un po’ fiacco e la pellicola va sicuramente epurata qua e là . A non convincere pienamente sono alcune scelte filo-televisive e le tante interpretazioni prive di mordente. Al contrario, è proprio la musica, insieme a quella cultura musicale così ostracizzata dalle cronache che nel film risuona meglio. Di sicuro interessante il messaggio conclusivo che ripudia il “teatro delle apparenze†nonché le “trincee morali†che intaccano la nostra società dalla politica alle forze dell’ordine. E non è un caso che un titolo come “Diaz – Non pulire questo sangue†di Daniele Vicari stia registrando proprio in questi giorni il favore del pubblico.
Intanto, continua la ricca programmazione del Riff fra Casa del Cinema e Nuovo Cinema Aquila. Stasera presso il Nuovo Cinema Aquila l’atteso film italiano “Canepazzoâ€, opera prima di David Petrucci, un thriller con un cast importante quale Franco Nero, Giuseppe Schisano, Marco Bonetti, Tinto Brass, Myriam Catania e Daniele Miglio. Alla Casa del Cinema, invece, il calendario delle proiezioni ‘made in Italy’ del DocumentaRIFF si chiuderà con “Mai Senza – La Sessualità alla Terza Età †di Alessandro Tamburini e Ciro Zecca, un documentario che racchiude fra l’altro i contributi di Paolo Villaggio, Lino Banfi e Sandra Milo. Inoltre, martedì 17 aprile presso il Nuovo Cinema Aquila si terrà il MIM – Master dell’Immaginario, dal titolo: “Lavorare nel Cinema non è immaginazione. È immaginarioâ€.
CINEMA: AL RIFF È SOLD OUT PER L’OPERA DI EMANUELE CERMAN CO-SCENEGGIATA DA STEFANO CALVAGNA
