ROMA – Sono oltre 700 i distretti di qualità certificati in Italia, del difficile compito di raccoglierli tutti in un solo strumento si è incaricata la Fondazione Qualivita che con l’omonimo Atlante presentato in questi giorni al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, giunto alla sua sesta edizione, ha raggiunto il risultato di mostrare, tutte insieme, le eccellenze del nostro agroalimentare e del settore vitivinicolo.
“In occasione dei primi dieci anni di attività della Fondazione– sottolinea il Segretario Generale di Qualivita ed autore dell’opera Mauro Rosati – questa pubblicazione vuole essere un segnale chiaro e positivo per l’intero sistema. Un lavoro che riunisce e identifica la qualità italiana sia nell’agroalimentare che nel settore vitivinicolo. Dietro ognuna di queste eccellenze c’è un microcosmo che abbiamo cercato di raccontare per renderlo fruibile agli addetti ai lavori e agli appassionatiâ€.
Nella classifica delle regioni a più alta concentrazione di certificazioni primeggia il Veneto (84) seguito dalla Toscana (78) e dalla Lombardia (67) per un totale di 1,6 milioni di imprese nel settore agricolo italiano. In Italia le DOP, IGP, STG si attestano a 764, rispetto alle 3000 in tutta Europa, su un totale di 17 milioni di ettari di superficie coltivata che danno vita a oltre 2200 tipologie diverse di prodotti.
Ma come e perché si è intrapreso il percorso dell’Atlante Qualivita? Sulle motivazioni quest’anno la scelta è stata triplice: educazione ai consumatori, sostegno alle politiche della qualità e conoscenza della nuova dimensione della sicurezza alimentare.
Trenta persone impegnate per due anni in un lavoro corposo, prestigioso anche nella forma – con un volume dall’alto valore economico – oltre che di contenuti. Senza dimenticare lo spazio, nuovo ma non del tutto, per la certificazione biologica, uno dei temi che si stanno imponendo nel dibattito internazionale.
Per quanto riguarda il settore Food (volume uno) il comparto risulta costituito da circa 85.000 operatori per un valore economico di 6 miliardi di euro, mentre il comparto biologico è costituito da 47.000 operatori e 1.100.000 ettari di superficie coltivata. Anche se il fatturato alla produzione complessivo generato dai singoli prodotti continua a rilevare una forte concentrazione su poche denominazioni – nel 2010 solo dieci DOP-IGP assommavano oltre l’82% del fatturato – l’Atlante Qualivita garantisce a tutti i prodotti agroalimentari registrati DOP IGP o STG lo stesso format di informazioni. Ne esce una fotografia dell’Italia, descritta attraverso i prodotti che sono espressione di uomini e donne che si riconoscono nei territori. La stessa immagine si è cercato di dare per il settore Wine (volume due) d’altronde il nostro Paese è sul gradino più alto di un ipotetico podio mondiale per quanto concerne l’ampiezza varietale della proposta. Sono addirittura 300 i vitigni autoctoni rilevanti – ben rappresentati da 73 DOCG, 330 DOC e 118 IGT – per un totale di 521 denominazioni che l’Atlante descrive in altrettante schede, complete di cartografia, immagini, dati essenziali sugli organismi di riferimento e di controllo, analisi degustativa del prodotto e curiosità varie. E che completa con la descrizione di 89 vitigni autoctoni scelti tra i principali e schede che evidenziano l’utilizzo dei vari vitigni nell’ambito delle differenti denominazioni. Il settore raggiunge una produzione che, con oscillazioni dovute all’annata, si aggira intorno ai 40 milioni di ettolitri annui (16% della produzione mondiale) di cui oltre il 50% (23 milioni di ettolitri nel 2011) destinati all’export per un fatturato che sfiora, sempre oltre confine, i 4,3 miliardi di euro (+ 12% rispetto al 2010).