ROMA – Era il 27 settembre del 2003. Alle 3.30 del mattino quasi tutta l’Italia si ritrovò senza corrente elettrica. Le strade piombarono nel buio, i trasporti si bloccarono, la musica nei locali si spense improvvisamente. Ci vollero dodici ore perché la fornitura riprendesse regolarmente. Un arco di tempo lunghissimo, soprattutto a Roma, dove si stava svolgendo la prima Notte bianca.
Un evento di grandi dimensioni, entrato inevitabilmente nella memoria collettiva. Il black out colpì migliaia di persone, interrompendo bruscamente il flusso delle loro esistenze e costringendo tutti a una pausa forzata. Proprio da questa immagine ha tratto spunto Gabriele Pignotta nell’ideazione della sua prima commedia teatrale, “Una notte biancaâ€.
La pièce, scritta nel 2003, è alla sua quarta replica. Un grande successo che, negli anni, ha toccato le principali città italiane. Fino al 15 aprile, è nuovamente a Roma al Teatro Manzoni, per coinvolgere il pubblico con la sua armoniosa vitalità . Un testo energico, in grado di colpire gli spettatori con il ritmo e l’ironia che lo caratterizza, ma capace al tempo stesso di fornire interessanti spunti di riflessione. Â
Tre ragazzi, Davide, Camilla e Andrea, si trovano casualmente a prendere lo stesso ascensore. Sorpresi dal black out, rimango bloccati nella cabina, illuminati solo da una flebile luce d’emergenza. Mentre un forte temporale scuote ulteriormente la città , i tre comprendono che l’attesa sarà più lunga del previsto. Una preziosa occasione per ricominciare ad ascoltare, nel silenzio di quella stana “notte biancaâ€, se stessi e i propri desideri nascosti. Â
“Una notte bianca†è il racconto di una generazione che, inglobata in un contesto sociale spesso alienante, ha smesso per necessità di porsi domande. Ecco che un momento di emergenza diventa una pausa dalla quotidianità , in cui guardarsi allo specchio e confrontarsi con le scelte fatte. Diventano così figure emblematiche il fattorino sfruttato di una piccola pizzeria, la segretaria con laurea e lo studente fuori corso, interpretati rispettivamente da Fabio Avaro, Cristina Odasso e Gabriele Pignotta.
La forza di questo testo è nella capacità di trattare argomenti importanti ma con leggerezza, facendo leva su un episodio della cronaca nazionale che, in un modo o nell’altro, ha interessato tutti. Il ricordo e l’attualità dei temi affrontati sono la chiave della sua crescente popolarità . A quasi dieci anni dalla sua prima messa in scena, la rappresentazione continua a riempire le sale, segnando il fortunato percorso della Comedy & Co, compagnia fondata e diretta dagli stessi Avaro e Pignotta.