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“Il Segreto Di Chiara” il nuovo singolo del cantautore Giuseppe Libè da oggi in radio

(PRIMAPRESS) - MILANO - In radio da oggi “Il Segreto Di Chiara” il nuovo singolo del cantautore Giuseppe Libè. Tra citazioni e rimandi il brano è un piccolo tributo a quell’amore che viene e che va, a quel mistero sempre uguale eppure diverso in ogni storia. 
Il rapporto tra uomo e donna è sempre stato uno dei soggetti preferiti della musica e della letteratura, da Adamo ed Eva fino ad oggi, le ragioni del cuore sono sempre state oggetto di studio. Ma come diceva Pascal, il cuore ha delle leggi che la ragione non conosce. Così succede che la protagonista della canzone ha un segreto che non vuole rivelare ma allo stesso tempo nutre un sospetto ed è gelosa dell’autore. Nessuno può davvero capire quali siano le necessità del cuore.  Di seguito una breve intervista al cantautore:
GiuseppeLibé02"Il segreto di Chiara" è il tuo nuovo singolo. Cosa significa per te questa canzone?
«Questo brano è un piccolo tributo all'"amore che viene e che va". Il brano, in maniera scanzonata, parla dell'eterno rincorrersi degli innamorati, tra citazioni di grandi romanzi e di canzoni. Ho giocato a mischiare il mio vissuto alle storie di amore di personaggi reali e immaginari. "Il segreto di Chiara" rappresenta quella parte insondabile che esiste in ogni rapporto, quel mistero che rende la persona amata così desiderabile e allo stesso tempo ci impedisce di conoscerla fino in fondo. Il brano mantiene però un tono molto giocoso, non ha certo la pretesa di essere un trattato sull'amore! Volevo che avesse una funzione di catarsi nei confronti delle sofferenze d'amore. Se guardiamo con il giusto distacco ci accorgiamo che anche le delusioni d'amore più cocenti sono in realtà molto più simili a una commedia che a una tragedia. O almeno, io ho sempre cercato di pensare che d'amore non si muore!».
È vero che l'idea del videoclip è frutto di un tuo sogno?
«Assolutamente sì! O meglio, una parte del video ne è sicuramente ispirata. Una notte ho sognato di essere circondato da tutte le ragazze che ho amato dalla mia infanzia ad oggi. Ancora oggi non so dire se quel sogno sia stato più un incubo o un momento piacevole, ma quando mi sono svegliato ho realizzato che dovevamo ricreare quella scena nel videoclip. Così, insieme al regista Niccolò Savinelli, abbiamo collocato il protagonista del video nel mezzo di un cerchio composto da 13 ragazze. Sicuramente per l'attore del video, Davide Pellecchia, è stato un momento piacevole. Mi auguro che il video faccia divertire chi lo guarda tanto quanto ha fatto divertire noi nel girarlo!».
Dal 15 marzo è disponibile il tuo album “Le vite di tanti”, quali sono il senso e l’ispirazione che hanno generato questo progetto?
«"Le vite di tanti" è frutto di un lavoro durato almeno 3 anni, è stato arrangiato da Matteo Calza con la collaborazione di Leonardo Caminati. In questo album ho cercato di raccontare la contemporaneità dal mio punto di vista, un punto di vista che si confronta con la provincia, dove oggi vivo, e con il mondo interconnesso in cui ci troviamo tutti. Ma l'esigenza principale è stata quella di raccontare delle storie, penso che in buona parte questo sia un album narrativo. Il disco offre una panoramica sull’esistenza e sugli infiniti intrecci che le nostre scelte ci portano a percorrere. Penso che questo sia un album ricco, che riesce ad essere intenso e a tratti scanzonato, che apre porte ma non dà soluzioni, da cantare sotto la doccia o meditando sopra un divano. Un album nato fra i colori delle vallate piacentine e il grigio della nebbia autunnale della pianura padana.». 
Grazie a tuo nonno ti sei avvicinato allo studio del clarinetto. Quanto ti ha aiutato lo studio di uno strumento in giovane età?
«Non so quanto mi abbia aiutato, ma sicuramente quella magia e quell'incontro con la musica me li porto dietro ancora oggi. Non potrò mai dimenticare quella valigetta appoggiata sulla sedia a fianco della finestra in camera del nonno, io che apro il contenuto incastrato nell'imbottitura rossa e orgogliosamente dico a mio cugino: "È il clarinetto del nonno, me l'ha dato perché vado a lezione per imparare a suonarlo". Sono cambiate un po' di cose, e oggi probabilmente non riesco più a suonare una nota con il clarinetto, ma quell'incantesimo è vivo più che mai e mi tiene ancora legato al sogno della musica.». 
Che progetti hai in cantiere?
«Sto già lavorando su brani nuovi, alcuni dei quali li ho già presentati durante la data zero all'Athena Live Club di Piacenza a marzo 2019. Ma soprattutto stiamo lavorando su una tournée durante la quale presenterò "Le vite di tanti". Invito tutti a seguirmi sulle mie pagine social per monitorare le prossime date.». - (PRIMAPRESS)