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David di Donatello: senza glamour e con molta anima ha premiato il trionfatore Pierfrancesco Favino

(PRIMAPRESS) - ROMA - L’inedito scenario da coronavirus ha privato dell’atmosfera glamour l’assegnazione dei riconoscimenti dei David Di Donatello dedicati al mondo dello spettacolo. Ma proprio per questa è risultata ancora più intensa con quei collegamenti da casa dove l’intimità degli spazi dei protagonisti ha mostrato l’aspetto più vero del settore che sta lottando in una crisi profonda. 
A trionfare nella serata condotta da Carlo Conti è stato Pierfrancesco Favino. Favino, ha conquistato il premio come miglior attore protagonista, battendo grandi nomi del cinema, da Alessandro Borghi (Il primo Re) a Tony Servillo (5 è il numero perfetto), passando per Luca Marinelli (Martin Eden) e Francesco Di Leva (Il sindaco del rione sanità). Nel lungo discorso di ringraziamento l’attore romano ha dedicato un pensiero a sua madre Stella tra la commozione della moglie di Favino Anna Ferzetti, anche lei candidata ai David come miglior attrice non protagonista.
Luigi Lo Cascio ha ricevuto il premio come miglior attore non protagonista; a Ludovica Rampoldi, Valia Santella, Francesco Piccolo e allo stesso Bellocchio è andato il David per la miglior sceneggiatura originale. Gli altri film hanno dovuto accontentarsi: a “Il primo Re” è andato il premio per il miglior produttore, a Jasmine Trinca quello per la miglior attrice per “La dea Fortuna”; Valeria Golino, che è scivolata quando è stato annunciato il suo nome, ha vinto come miglior interprete non protagonista per “5 è il numero perfetto” di Igort. “Pinocchio” ha raccolto molti dei premi tecnici tra cui miglior scenografia, migliori costumi, miglior truccato, miglior acconciatore e miglior effetti visivi. A Pietro Marcello e Maurizio Braucci è andato il David per la miglior sceneggiatura non originale, per il lavoro che hanno fatto su “Martin Eden”; e a Phaim Bhuiyan è stato dato il riconoscimento come miglior regista esordiente per “Bangla”. Daniele Ciprì, con “Il primo Re”, ha vinto per la miglior fotografia.
Il presidente Mattarella, nella sua lettera di saluti, ha parlato di quanto sia fondamentale sognare; è importante, ha detto, tornare a farlo dopo questa emergenza, ed è il cinema che può guidarci. Dopo di lui, le attrici e gli attori italiani hanno dato voce a chi lavora nell’industria, ai tecnici, agli altri interpreti, a chi ogni giorno permette a un set di funzionare, a un film di essere girato, e alla macchina produttiva di mettersi in moto. C’è bisogno di sostenerli, hanno sottolineato. - (PRIMAPRESS)