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Teatro: ‘Effetto Seneca’ all’Altrove Studio di Roma con la regia di Alessandra Schiavoni

(PRIMAPRESS) - ROMA - È sempre in grado di stupire l’estrema lucidità del pensiero di Seneca, oggi più che mai se contestualizzato al nostro tempo e riconsegnato alle nuove generazioni in un’inedita forma teatrale. Sul pensiero dominante della natura e la ragione che sintetizza in quell'incontrovertibile affermazione "la crescita è lenta ma la rovina è rapida" che ispira l'autore classico dando forma allo spettacolo "Effetto Seneca”, in scena il18, 19 e 20 novembre presso l’Altrove Teatro Studio di Roma. Un progetto scritto e diretto da Alessandra Schiavoni, attrice, regista, autrice e acting coach di radicata esperienza formatasi presso la Scuola del Teatro Stabile di Genova. Immaginando un futuro sventurato ed imminente scopriamo il Pianeta Terra ridotto a un’immensa landa desolata nella quale i due unici superstiti, numero 8 e numero 9, animati dal solo istinto di sopravvivenza, lottano giorno per giorno nel tentativo di collaborare reciprocamente e preservare il più a lungo possibile le proprie vite ormai ridotte al limite della sopportazione. E proprio quando si è ormai rassegnati all’irreparabile ecco che un germoglio, scoperto per caso, diventa il simbolo di un nuovo inizio, di una flebile ma rinnovata speranza. Quella piccola pianta, fino a poco prima motivo scaturente dei conflitti tra i due, diventa una ragione per restare, per edificare nuovi valori e principi e fare di quelle giornate infinite e opprimenti un’occasione per ricominciare. Non a caso possiamo scorgere tra i protagonisti - interpretati dai talentosi e freschi di diploma accademico Davide Fasano e Gabriele Gasco - una chiara similitudine coi giovani di oggi. E dunque ci si chiede: come essi saprebbero far fronte da soli alle crisi climatiche ed instabilità geopolitiche che l’epoca contemporanea lascia presagire fra le sue trame? Forse, tra i dialoghi serrati cui assisteremo e l’incedere della narrazione, potremo trarne nuovi spunti di riflessione. Magari l’esigenza di una risposta più dura a ogni forma d’individualismo e una forma di collaborazionismo globale che sia più costruttivo, quale unica via d’uscita per la salvaguardia della nostra specie. - (PRIMAPRESS)