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Con la Nutraceutica e Q10 preserviamo anche la salute del nostro "orologio biologico": l'occhio

Con la Nutraceutica e Q10 preserviamo anche la salute del nostro "orologio biologico": l'occhio
(PRIMAPRESS) - ROMA - Si chiama Nutraceutica, neologismo sintesi tra nutrizione e farmaceutica, e questa mattina se ne parla al 7° congresso di “Nutriceutica e Occhi” all’università Sapienza di Roma dove si metteranno in relazione i principi nutritivi degli alimenti con la vista. Con l’arrivo dell’autunno e il ritorno all’ora solare a fine ottobre, la diminuzione delle ore di luce e l’aumento di quelle dominate dal buio mettono in crisi i nostri ritmi sincronizzati con il ciclo naturale del giorno e l’occhio ne è coinvolto perché ha anch’esso risulta essere una sorta di orologio interno del nostro corpo.
“Sono stati identificati dei recettori specifici dei ritmi circadiani a livello retinico - spiega Gianluca Scuderi, professore associato del Dipartimento di Neuroscienze, Salute Mentale e Organi Di Senso-Nesmos della Sapienza Università di Roma e responsabile dell’Unità operativa di oculistica dell’Ospedale Sant’Andrea - Le cellule ganglionari retiniche sono specializzate nella percezione dell’«informazione non visiva» della luce e nella sua trasmissione alle vie centrali per l’ attivazione del sistema circadiano (ndr. orologio del nostro ciclo naturale)”. Dunque, al pari dell’orologio del Sistema Centrale Nervoso, anche la retina è dotata di meccanismi molecolari che coinvolgono diversi clock genes. Nei mammiferi, la retina è stata il primo tessuto descritto al di fuori del SCN con proprietà di orologio circadiano, in grado di sintetizzare e rilasciare la melatonina in vitro con una ritmicità variabile in un ciclo di 24 ore. Questi ritmi possono essere messi in crisi dal cosiddetto “jet lag sociale”, cioè quando alteriamo i nostri ritmi del sonno o dell’alimentazione. La forzatura di questi bioritmi aumentano gli infarti, e le malattie cardio-vascolari e neurovegetative come Alzheimer e il Parkinson, sostiene Piero Barbanti dell’Università San Raffaele di Roma. Ma a queste patologie si aggiunge anche il Glaucoma ed è stato dimostrato - spiega ancora Barbanti - che l’enzima Q10 ha un effetto spazzino dei radicali liberi facendo funzionari i neuroni e l’attività metabolica. Il coenzima Q10, prodotto dal nostro stesso corpo, dunque, risulta efficace nella protezione di queste patologie ma con l’età si riduce fortemente fino al 40% e allora si pone la questione di integrarlo con la somministrazione di nutraceutici.
“Ora - conclude Gianluca Scuderi - Si sta studiando se rispettando il giusto timing alla luce del ritmo circadiano possa migliorare l’assorbimento di specifici nutrienti e rispecchiare la fisiologica produzione di nutrienti endogeni”, prosegue Scuderi. Si parla, infatti, di crono-assorbimento degli integratori. - (PRIMAPRESS)