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Immigrazioni: il CdM decide sulla separazione dal decreto sicurezza. Integrazione ancora fuori dal piano della Lamorgese

(PRIMAPRESS) - ROMA - Il Consiglio dei Ministri di ieri sera a Palazzo Chigi ha segnato qualche differenza di pensiero sulla questione sicurezza e migranti. L’unica cosa che ha maggiormente accumunato Pd e M5S è che bisognerà andare nella direzione di separare i due decreti: da una parte la sicurezza e dall’altra i migranti. Il piano presentato dalla ministra degli Interni, Lamorgese in realtà per quanto finora visto, è più che altro una cancellazione di provvedimenti del suo predecessore. Difficile stabilire nello scontro dei numeri degli sbarchi quale politica, al netto delle ideologie, abbia prodotto risultati più efficaci. Salvini rivendica i numeri più bassi in assoluto, il nuovo governo quelli che non creano disastri umanitari. L’incognita più grande resta il convitato di pietra che è l’Unione europea che nella politica di redistribuzione non ha proprio messo a sistema un meccanismo virtuoso.
Resta il fatto che anche nel piano della ministra degli Interni non si menziona quale politica dovrà essere adottata per l’accoglienza e l’integrazione per evitare che parte di quegli immigrati che diventano stanziali e non di passaggio verso altri paesi, si trasformino in sacche di povertà sotto la soglia della dignità umana o peggio ancora in criminalità. Il paese sta attraversando una dei periodi di maggiore fragilità economica e sociale e non può consentirsi ulteriori passi falsi. 
L’altra questione che deve far riflettere è un teorema molto semplice: da dove arriva quel consenso al di sopra del 30% di Matteo Salvini? La narrazione del leader leghista non è stata in questi anni molto fantasiosa e quindi ha ripetuto come un mantra il suo pensiero sui “porti chiusi”. E’ da lì che è arrivato il consenso di gran parte degli italiani. Ora c’è da chiedersi se questo è il pensiero di gran parte del nostro paese, è corretto andare verso altre soluzioni politiche? Questa governance di fatto era stata smentita dal più basso consenso mai avuto nella passate stagioni della politica, dunque, rischia di prendere posizioni antagoniste in contrasto con un sentiment più diffuso sul tema delle immigrazioni. Più corretta, meno populista e più moderata, invece, sarebbe stata un’azione rivolta in parte a contenere un po’ di più gli arrivi concentrandosi su un’attività di reale integrazione professionalizzando e formando i nuovi ospiti.  - (PRIMAPRESS)