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Myanmar: nessuna notizia della prigionia di Suu kiy. La condanna dell’Ue al colpo di stato

  • di RED-ROM
  • in Mondo
Myanmar: nessuna notizia della prigionia di Suu kiy. La condanna dell’Ue al colpo di stato
(PRIMAPRESS) - MYANMAR - Non ci sono notizie al momento di Suu Kyi, che guidava il governo eletto del paese, da quando è stata detenuta dai militari dopo il colpo di stato dei giorni scorsi. Altri parlamentari sono tenuti prigionieri nelle loro case ma intanto si fanno sentire le reazioni nel paese. A Yangon c’è stato uno sciopero dei medici e dai balconi le pentole sono state usate come tamburi di protesta.
I militari hanno preso il potere nelle prime ore di lunedì scorso e hanno dichiarato lo stato di emergenza per un anno dopo aver accusato il partito della leader Suu Kyi di frode elettorale alle recenti elezioni.
L'Unione europea ieri ha condannato con la massima fermezza il colpo di stato militare compiuto in Myanmar.
È un tentativo inaccettabile di ribaltare con la forza la volontà del popolo del Myanmar.  Si legge nella nota di Bruxelles. Attraverso la loro alta affluenza, il popolo del Myanmar ha espresso la sua forte convinzione nel processo democratico nelle elezioni generali dell'8 novembre 2020. Le elezioni hanno segnato una tappa importante nella transizione democratica del paese.  Qualsiasi accusa di irregolarità di voto deve essere risolta all'interno dei canali legali e amministrativi appropriati.  Ribaltare con la forza la scelta del popolo birmano è illegale, contro i principi della democrazia e porta indietro il Paese.
 L'UE è stata una ferma sostenitrice della transizione civile e democratica del Myanmar, del suo processo di pace e riconciliazione nazionale e del suo sviluppo socioeconomico inclusivo.  Chiediamo ai militari di rilasciare immediatamente e senza alcuna condizione il Presidente, il Consigliere di Stato e tutti coloro che sono stati arrestati, esercitare la massima moderazione, ripristinare le telecomunicazioni e rispettare i diritti umani, la libertà di espressione, le libertà fondamentali e lo stato di diritto.  Li chiediamo inoltre di porre immediatamente fine allo stato di emergenza, ripristinare il governo civile, aprire il neoeletto Parlamento e procedere alle successive nomine del Presidente, dei Vicepresidenti e del nuovo governo.  Siamo pronti a sostenere il dialogo con tutte le principali parti interessate che desiderano risolvere la situazione in buona fede e a tornare all'ordine costituzionale.
 L'Unione europea si aspetta che la sicurezza dei cittadini sia del Myanmar che dei suoi Stati membri sia garantita in ogni momento e prenderà in considerazione tutte le opzioni a sua disposizione per garantire che la democrazia prevalga. - (PRIMAPRESS)