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Napoli: no alla responsabilità genitoriale, bimba finisce in Casa Famiglia

  • di RED
  • in Italia
(PRIMAPRESS) - NAPOLI - Un padre viene sospeso dalla responsabilità genitoriale e allontanato dalla figlia minore, su disposizione del Tribunale dei minori e degli assistenti sociali, per non aver soddisfatto adeguatamente le pretese economiche della ex compagna da cui si era allontanato, dopo essere stato "schernito e deriso", “aggredito fisicamente con spinte e pugni e graffi”, nonostante "lui per primo avesse sempre denunciato inutilmente i maltrattamenti alla figlia senza mai trovare ascolto e tutela". A rendere nota la storia sono i legali dell'uomo, Angelo Pisani e Antonella Esposito, i quali riferiscono che al protagonista maschile di questa storia "viene contestato uno spintone nei confronti della donna, gesto senza conseguenze e istintivo, perché fatto nel solo tentativo di sottrarsi e di difendersi. "Intendiamo tutelare - affermano i legali - l'equilibrio psicologico della bambina, visto che, dopo il collocamento ad horas e ad arte della ex moglie in un centro di accoglienza assieme alla figlia minore, la medesima madre si è allontanata e ritrovata in strada in stato di ebbrezza, facendo scattare anche per lei la sospensione della potestà genitoriale e l'affidamento della bimba ad una Casa Famiglia anziché al padre". “Già in passato In più occasioni di incontro con la figlia - precisano i legali - il padre aveva rilevato lividi ed esiti di graffi sul suo giovane corpo. Il Giudice però, anziché valutare quelle denunce del padre, ha dato credito solo alle denunce della donna". Il processo è fissato per i primi mesi del 2023 “e chiaramente - sottolineano gli avvocati Pisani ed Esposito - si darà la priorità alla tutela di una bambina che è stata allontanata, in un batter di ciglia ed ingiustamente, da tutti i suoi legami affettivi e domestici, piuttosto che essere accolta dal padre, colpito invece dal precedente dispositivo del tribunale”. Per gli avvocati "serve pertanto una coraggiosa battaglia culturale che trascenda ed archivi la mitologia dell’uomo inevitabilmente violento e sopraffattore; che ponga una rinnovata attenzione alla denuncia delle sopraffazioni che pure gli uomini subiscono; che inviti gli stessi uomini, quando sanno di essere vittime di violenza, a superare la vergogna e la resistenza a raccontare". "Insomma - concludono Pisani ed Esposito - occorrono un codice rosso per le donne ma anche un codice giallo a tutela degli uomini ed un codice azzurro per i bambini per evitare che vengano usati come armi di ricatto". - (PRIMAPRESS)