Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin” e di Google Analytics. Clicca sul bottone "Accetto" o continua la navigazione per accettare. Maggiori informazioni
Skin ADV

Vittorio Feltri: lettera aperta di un imprenditore del Sud dopo le ennesime frasi razziste in tv

  • di di Guido Cristofaro (*imprenditore del Sud)
  • in Informazione
(PRIMAPRESS) - Ancora una volta Vittorio Feltri, nella trasmissione televisiva di Mario Giordano, attacca il Sud in modo vergognoso,  e lo fa con tutto il disprezzo e l’odio che un essere umano può provare dal profondo dell’anima. Io sono un uomo del Sud, della provincia di Napoli, di Pozzuoli per l’esattezza, e non sto qui a ricordare a Feltri, la nostra millenaria storia e rispolverare, come fanno in tanti, le nostre antiche tradizioni che ci hanno visto protagonisti della storia italiana e non solo. Voglio piuttosto riflettere sul presente, come ad esempio del contributo che i nostri scienziati dell’ospedale Cotugno hanno dato per la cura del Covid-19, benchè anche in questo caso sia passato solo come un “colpo di fortuna”. E gli anni di studio di ricerca? Quelli non contano, quelli sono rilevanti solo quando non è Napoli protagonista in positivo. Rammento che ci è voluta Sky News UK per evidenziare le nostre eccellenze, mentre le trasmissioni della tv italiana non hanno meglio da fare che invitare Feltri.  Evidentemente a Feltri e a tutti quelli come lui della Milano da bere, dà fastidio che compagnie internazionali come Apple, Cisco e tante altre abbiano scelto e stiano scegliendo Napoli  per le loro Academy.  Apple, tra l’altro, ha puntato su Napoli preferendola a diverse città europee che si erano candidate. Un fatto forse che angoscia e tormenta qualcuno lassù al Nord:  è proprio questa nuova Napoli, questo nuovo Sud che alimentano un malessere quotidiano a queste persone. Mi chiedo a questo punto come sia possibile che la Milano da bere, la Milano centro dell’Europa, la metropoli organizzatissima nei trasporti e nella mobilità, non sia stata scelta dalla Apple per la sua Academy. E invece com’è possibile che una città diffamata dagli stessi italiani, venga preferita a tutte le altre grandi d’Europa? La risposta è semplice, direi quasi banale: cari signori diffamatori, quello napoletano è un popolo fantasioso, che ha nel suo Dna, estro, cultura, sentimenti, ovvero ingredienti fondamentali per l’industria del futuro, per la nuova rivoluzione industriale. Ve ne dovete fare una ragione. Caro Feltri lei ha affermato che quotidianamente,  a causa dei suoi comportamenti razzisti, le viene augurata la morte, purtroppo gli imbecilli vivono anche da noi al Sud, anche se per fortuna sono una piccolissima minoranza contrariamente a quelli ben rappresentati da lei.  Io invece le auguro tutto il bene possibile, ma soprattutto le auguro di vivere ancora tantissimi anni, mi dispiace però che li vivrà rodendosi il fegato nel vedere la mia Napoli e tutto il Sud progredire quotidianamente dando un contributo significativo nella realizzazione dell’industria del futuro, quello dei servizi, quella delle app dove la fantasia è elemento fondamentale per essere protagonista nel mondo dell’innovazione. A tutti coloro, invece, che  invitano nelle loro trasmissioni televisive personaggi di questa bassezza culturale, a quelli che danno spazio sui loro giornali a barbarie di questo genere, magari prendendo distanze con sorrisini che confermano il concetto, consiglio di cambiare registro.  Piuttosto parlate dei giovani delle Academy, delle start up innovative, dei tecnici, degli imprenditori e dei professionisti che stanno rilanciando Napoli ed tutto il Sud con contributi concreti e con intuizioni, che talvolta hanno contribuito a cambiare il modo di vivere del mondo intero. E così probabilmente farete del bene anche ai vostri editori e magari le vostre trasmissioni non saranno più considerate spazzatura, migliorerà anche la raccolta pubblicitaria e farete molti più soldi, che mi auguro sia l’unico obiettivo dei vostri talk, perché per onestà intellettuale, spero proprio che non pensiate che quello che trasmettete sia vera informazione. - (PRIMAPRESS)