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Specie aliene e biodiversità: la natura che cambia. Il convegno Ispra e il rapporto IPBES

Specie aliene e biodiversità: la natura che cambia. Il convegno Ispra e il rapporto IPBES
(PRIMAPRESS) - ROMA - La grande questione sollevata dopo l'aggressione dell'orsa JJ4 in Trentino sta dividendo l'opinione pubblica ma anche accedendo riflettori sugli ecosistemi e la biodiversità  da tutelare. Oggi in una conferenza organizzata dall’Ispra, presso la sede italiana del Parlamento Europeo, nella conferenza per la presentazione dell'ultima pubblicazione IPBES (Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità)  dal titolo “Assessment Report on the Different Value and Valuation of Nature”, redatto da 82 esperti di scienze sociali, economiche e umanistiche, si fa il punto sugli scenari futuri. L’Ispra, su richiesta del Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica rappresenta, insieme al Ministero, l’Italia presso IPBES, partecipa alla definizione dei programmi di lavoro ed indica e stimola la partecipazione di esperti italiani alla redazione dei rapporti. 
Un dato che emerge dal rapporto IPBES è che almeno il 9% di tutte le specie di mammiferi allevati per l’alimentazione o l’agricoltura sono state portate all’estinzione e almeno 1000 sono minacciate marcando come la natura stia diminuendo a livello globale a tassi senza precedenti nella storia, e il tasso di estinzione delle specie sta accelerando.  
La biodiversità e i contributi della natura alle persone sono il nostro patrimonio comune e la più importante “rete di sicurezza” a sostegno della vita dell'umanità. La diversità all'interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi, così come molti contributi fondamentali che ci offre la natura, dal cibo al legno e al sequestro del carbonio, stanno diminuendo rapidamente, sebbene abbiamo ancora i mezzi per garantire un futuro sostenibile per le persone e il pianeta.
Il 25% delle specie animali e vegetali è minacciato di estinzione anche per l'incidenza e la proliferazione di specia aliene. Oltre il 40% delle specie di anfibi, quasi il 33% dei coralli che formano la barriera corallina e dei mammiferi marini sono a rischio di estinzione. Sempre secondo IPBES, la biomassa dei mammiferi selvatici è diminuita dell’82% e un uno studio recente calcola che il 94% della biomassa dei mammiferi terrestri oggi viventi sia rappresentata da esseri umani (36%) e animali domestici (58%). Per gli insetti, i dati disponibili fanno ritenere che almeno il 10% delle specie sia minacciato. Negli ultimi cento anni l’abbondanza media di specie autoctone, nella maggior parte degli habitat terrestri, è diminuita di almeno il 20%. Gli scenari sviluppati da numerosi scienziati, sulla base dei dati oggi disponibili, indicano che gli attuali tassi di estinzioni delle specie in natura sono da cento a mille volte superiori alla media delle estinzioni della storia del pianeta. Questi numeri portano a riferire il tempo che stiamo vivendo come sesta estinzione di massa, dopo quelle precedenti causate da eventi cosmici e planetari, tra le quali tutti conoscono quella che portò all’estinzione i dinosauri, 65 milioni di anni fa.  Per aiutare la politica a comprendere meglio i modi molto diversi in cui le persone concepiscono e apprezzano la natura, il Rapporto fornisce una classificazione nuova e più completa dei valori della natura. La nuova classificazione evidenzia come diverse visioni del mondo e sistemi di conoscenza influenzano il modo in cui le persone interagiscono e apprezzano la natura e presenta quattro prospettive generali: vivere dalla natura (la capacità della natura di fornire risorse per sostenere i mezzi di sussistenza, i bisogni e i desideri delle persone, come cibo e beni materiali; vivere con la natura (concentrarsi sulla vita "diversa da quella umana"); vivere nella natura (l'importanza della natura come ambiente per il senso del luogo e dell'identità delle persone);vivere come natura (vede il mondo naturale come una parte fisica, mentale e spirituale di se stessi). - (PRIMAPRESS)