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Economia Circolare: dal G20 alla politica del nostro paese. Intervista ad Andrea Ferrazzi (Pd)

  • di Paolo Silvestrelli
  • in Ambiente
Economia Circolare: dal G20 alla politica del nostro paese. Intervista ad Andrea Ferrazzi (Pd)
(PRIMAPRESS) - ROMA - Nel vertice del G20, terminato ieri a Riyad in Arabia Saudita, il tema della sostenibilità ha avuto un peso rilevante. Lo stesso premier Giuseppe Conte nel suo intervento al summit ha parlato di “promozione delle condizioni per un futuro verde che crea occupazione in modo sostenibile”. Ma qual è la road map dell’Italia verso questo obiettivo con particolare riferimento all’economia circolare e al riciclo della plastica? Primapress lo ha chiesto ad Andrea Ferrazzi capogruppo del PD al Senato e relatore del pacchetto del recepimento delle norme europee sull’economia circolare nell’ordinamento italiano.

Senatore Ferrazzi, anche nel vertice saudita si è toccato più volte l’argomento di tracciare la strada verso un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo ma la realtà dei fatti sembra essere distante da questo obiettivo. Proprio di recente la Corte dei Conti Europea aveva lanciato l’allarme per il mancato raggiungimento degli obiettivi che si è posta  per il 2025 e il 2030 (50% di riciclo degli imballaggi in plastica entro il 2025 e del 55% entro il 2030) per il riciclaggio degli imballaggi di plastica a meno che i Paesi dell'unione non invertano la rotta aumentando i tassi di recupero. Come si muoverà il nostro Paese? Qual è la sensibilità delle forze di maggioranza sul tema del riciclo della plastica?

Noi dobbiamo assolutamente aumentare il coefficiente del riciclo in generale e dunque anche della plastica anche perché sappiamo che la plastica è un materiale usatissimo. Io sono stato relatore del pacchetto del recepimento delle norme europee sull’economia circolare nell’ordinamento italiano, in particolare ho seguito tutte le direttive imballaggi e noi abbiamo inserito dei provvedimenti molto all’avanguardia che sono addirittura oltre il tema previsto dall’Europa. Questo governo vede nella politica del riciclo e del riciclo della plastica uno dei punti fondamentali sia per la tutela dell’ambiente che per aiutare lo sviluppo delle imprese italiane che in questo settore sono leader.

I tempi di realizzazione di questi provvedimenti attesi riusciranno ad essere in linea con gli obiettivi europei?

Il recepimento della legge europea noi l’abbiamo fatto nei tempi dovuti. Ora è in corso la scrittura del decreto legislativo da parte del governo ma quello che noi abbiamo fatto è stata una cosa importante, ossia il recepimento nel Parlamento della direttiva europea che poi dà il mandato pieno al governo per scriverlo in dettaglio. E’ stato fatto e costruito con il governo e dunque, da relatore, ho avuto la possibilità e la volontà di costruire il tutto in modo tale che i tempi siano super accelerati. Nel Dl Agosto, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è stato approvato un emendamento a sua firma dove, in via sperimentale per tutto il 2021 per abbattere le emissioni e l'inquinamento,  viene eliminato il limite del 50% di PET vergine per la produzione di bottiglie di plastica.

E’ una norma che può essere stabilizzata?

Questa norma è una norma molto importante e viene stabilizzata dalla Legge di Bilancio è già scritta nero su bianco. E’ un accordo che feci con il ministro dell’Economia e Finanze Gualtieri e con il viceministro Misiani che compresero bene l’importanza di questo provvedimento e dunque possiamo dire che finalmente nel nostro Paese è possibile produrre bottiglie in PET riciclato al cento per cento senza più quell’assurdo vincolo di dover utilizzare nella produzione della singola bottiglia il cinquanta per cento di materia vergine. La  Plastic Tax oltre a garantire un gettito per lo Stato ha come effetto quello di favorire la propensione alla produzione della plastica riciclabile. Dopo l'annuncio del suo rinvio, per compensare questo mancato effetto, da parte di tutta una serie di associazioni del settore del riciclo,  sta crescendo il dibattito sull'importanza di introdurre, quanto prima, un contenuto minimo obbligatorio di plastica riciclata sugli imballaggi in plastica per gli alimenti.

Potrebbe essere una soluzione?

Nella legge di delegazione europea è passato un mio emendamento sul SUP sui prodotti monouso di plastica e questo, quindi, è già disciplinato. Abbiamo fatto un’operazione importante perché recepiamo integralmente la direttiva europea su tutti i prodotti che la direttiva vieta da luglio prossimo (posate, cannucce, i bastoncini cotton fioc etc.) ma poi apriamo non poniamo solo un vincolo. Rendiamo possibile nel nostro Paese i prodotti monouso di plastica che siano biodegradabili e compostabili e che abbiano percentuale crescente di plastica riciclata. E’ esattamente l’indirizzo che abbiamo dato.

Con gli eventuali proventi della Plastic tax una volta a regime si possono prevedere degli stimoli e degli incentivi per le imprese del riciclo?

Assolutamente. Se la plastic tax vien intesa per un modo di fa cassa è un errore colossale. La Plastic Tax deve essere utilizzata per trasformare il sistema della produzione. Deve essere assolutamente premiale e studiata insieme alle categorie della produzione e preparate per tempo come avvenne in altri Paesi. Per esempio nel Regno Unito dove tre anni prima dell’introduzione della Plastic Tax prepararono un meccanismo di accompagnamento di trasformazione.

C’è questa volontà in Italia?

C’è questa volontà e lo spostamento nel tempo deve servire anche a riempire questo spazio. Infine, in previsione della plastic strategy europea si dovranno riciclare 4 volte le quantità riciclate nel 2015, obiettivi abbastanza sfidanti del riciclo e che quindi necessitano nuove capacità produttive e in Europa stanno già investendo per aggiudicarsi nuove quote di mercato. Gli operatori italiani si trovano a dover far fronte a un peso della burocrazia nelle tempistiche di alcune pratiche per le autorizzazioni degli impianti.

Come pensate di affrontare questo tema?

In termini di burocrazia dei passi in avanti sono stati fatti nel decreto semplificazioni che recepiscono, peraltro, dei miei emendamenti. Altre cose bisogna fare in questa direzione perché la burocrazia soprattutto nei momenti di transizione deve essere flessibile e snella e aiutare e non intralciare i meccanismi di trasformazione. Questo è un elemento centrale per il nostro Paese sul quale dobbiamo assolutamente accelerare proprio per dare una mano al sistema imprenditoriale che in molti del settori del riciclo è all’avanguardia a livello mondiale.
- (PRIMAPRESS)