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Trenta(Difesa): "Accertare le responsabilità negate dell'Uranio Impoverito". Scanu: un peso morale da cui bisogna uscire

  • di RED-ROM
  • in Società
(PRIMAPRESS) - ROMA  - "Elisabetta Trenta dimostra di avere veramente a cuore la salute dei nostri militari e di voler passare dalle parole ai fatti. È la prima volta che un ministro della Difesa ha il coraggio di rompere decenni di ingiustificabile omertà, indifferenza e inazione istituzionale sul problema dell'uranio impoverito”. E’ quanto si legge in una nota congiunta dei senatori  della Commissione Difesa del M5S alla stampa. La nota continua “Non solo denunciando, come ha già fatto, gli 'assordanti silenzi' dei governi precedenti e annunciando la volontà di accertare tutte le responsabilità finora negate, ma avviando un'azione concreta per affrontare nello specifico i casi dei militari vittime dell'uranio impoverito". L'annuncio del ministro della Difesa di aver chiesto all'Avvocatura dello Stato un resoconto sulle pendenze giudiziarie relative ai casi di militari affetti da patologie riconducibili all'esposizione all'uranio impoverito, e parallelamente un avvio di un tavolo tecnico ad hoc è stato apprezzato dall’ex presidente della Commissione Uranio Impoverito del Senato, Giampiero Scanu che nella passata legislatura in un report consegnato alle Camere aveva puntato l’indice sul negazionismo dei vertici militari sulle implicazioni dell’uso dell’uranio impoverito nelle missioni di guerra:  “Le dichiarazioni rese dalla ministra Trenta - sottolinea Scanu - costituiscono una importante novità nelle politiche di difesa del nostro paese. Per la prima volta viene riconosciuto ciò che nel passato era stato ignorato. Nell’ultima Commissione d’inchiesta è stato documentato il largo uso di uranio impoverito ed ora la posizione di Trenta è decisamente un passo importante per riscattarsi da quella civiltà giuridica calpestata. La drammaticità dei danni provocati da una sconsiderata gestione della tutela dei nostri militari - ha aggiunto ancora Scanu - costituisce un carico morale da cui nessuno può esimersi”. Tuttavia - conclude Scanu -costituire un tavolo interno al ministero sarebbe di scarsa utilità se non alla presenza di una proposta di legge che la IV commissione della passata legislatura aveva già consegnato: un atto normativo che riproponga le modifiche per far uscire dalla “doppiezza” chi deve tutelare i nostri militari”. - (PRIMAPRESS)