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Manovra 2023: giudicata prudente e divisiva ma ora la parola spetta a Bruxelles

(PRIMAPRESS) - ROMA - La Manovra 2023 presentata dal governo Meloni a Bruxelles non ha convinto tutti a cominciare dalle opposizioni per finire a Confindustria e sindacati. Ma a Bruxelles non si sono agitati più di tanto sia perchè da più parti si è considerato il documento finanziario prudente e in continuità con il pensiero di Draghi, sia perchè si è badato a contenere il debito. Giancarlo Giorgietti ieri nel presentare il documento ha premesso che l'economia italiana potrà subire una lieve flessione a cavallo di fine anno, ma aggiungendo che è prevista una leggera crescita a ritmo moderato (0,6 per cento per il PIL reale) anche nel 2023, per poi accelerare nel 2024, con un tasso di crescita prossimo al 2 per cento". Giorgetti lo ha messo nero su bianco nella prefazione della manovra economica. La previsione di crescita del Pil per l'anno in corso, è scritto nel documento di bilancio "migliora" rispetto alla prima versione del Dpb, passando al 3,7% (dal 3,3%). Per il 2023, di contro, "si prospetta una perdita di slancio dell'attività", con la crescita del PIL "rivista al ribasso allo 0,3%, dallo 0,6%". Per il biennio 2024-2025 "si conferma la previsione di fine settembre, rispettivamente all'1,8% e all'1,5%".
In altre parole l'Italia non ha nascosto nulla in questa radiografia e questo è un segnale di cui Bruxelles terrà conto nella sua valutazione. Diverso è l'atteggiamento di Pd e M5S che hanno deciso di scendere in piazza per protestare contro una manovra giudicata iniqua. Con una posizione più dialogante, invece, Calenda e Renzi hanno chiesto ed ottenuto un confronto con Meloni per ridiscutere su alcuni punti in manovra.  - (PRIMAPRESS)