Libano, si dimettono i ministri della Giustizia e Ambiente. La testimonianza della blogger Fanj
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - BEIRUT (LIBANO) - Dopo la ministra dell’informazione Samad che ieri aveva rassegnato le dimissioni dal suo incarico sotto la pressione delle proteste in piazza nella capitale libanese, questa mattina è stata la volta del ministro della Giustizia Marie Claude Najm e del ministro dell'Ambiente Damianos Kattar che hanno lasciato loro incarico nell’esecutivo
La rabbia della popolazione si fa ancora sentire davanti al parlamento. La polizia libanese ha sparato gas lacrimogeni per cercare di disperdere i manifestanti che lanciavano pietre che bloccavano una strada vicino al Parlamento. Il numero di feriti durante le proteste è ormai di diverse centinaia.
Tra i manifestanti c'è la fashion blogger libanese e ambasciatrice di Dior Beauty, Nathalie Fanj, che ha documentato le manifestazioni sulle sue Instagram Stories. Fanj che all'inizio di questa settimana aveva scritto di essere "devastata" e "spaventata per i suoi figli" in seguito all'esplosione mortale, ha pubblicato clip di manifestanti che reggono la bandiera libanese e portano cartelli che chiedono un'indagine internazionale contro il governo che ha permesso lo stoccaggio di materiale esplosivo lasciato incustodito per 6 anni nel porto. - (PRIMAPRESS)
La rabbia della popolazione si fa ancora sentire davanti al parlamento. La polizia libanese ha sparato gas lacrimogeni per cercare di disperdere i manifestanti che lanciavano pietre che bloccavano una strada vicino al Parlamento. Il numero di feriti durante le proteste è ormai di diverse centinaia.
Tra i manifestanti c'è la fashion blogger libanese e ambasciatrice di Dior Beauty, Nathalie Fanj, che ha documentato le manifestazioni sulle sue Instagram Stories. Fanj che all'inizio di questa settimana aveva scritto di essere "devastata" e "spaventata per i suoi figli" in seguito all'esplosione mortale, ha pubblicato clip di manifestanti che reggono la bandiera libanese e portano cartelli che chiedono un'indagine internazionale contro il governo che ha permesso lo stoccaggio di materiale esplosivo lasciato incustodito per 6 anni nel porto. - (PRIMAPRESS)