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Elezioni Regionali: i risultati di un voto che non premia il populismo

Elezioni Regionali: i risultati di un voto che non premia il populismo
(PRIMAPRESS) - ROMA - I dati delle elezioni regionali confermano le anticipazioni di ieri in serata con l’aggiunta di un’altra bandierina per il Centrodestra nella Valle d’Aosta che sta completando questa mattina lo scrutinio ma la forbice della Lega (20-24%) è abbondantemente sopra quella della lista Progressista (13-17%). Questo significa che anche senza l’attesa spallata del centrodestra all’attuale governo ci sono pur sempre 16 regioni rette da una colazione tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Nel dettaglio la Campania è andata al centrosinistra con Vincenzo De Luca con il 69,50% di preferenze contro quelle di Stafano Caldoro al 17,95%: la Puglia a Michele Emiliano (centrosinistra) (46,84%) che supera Raffaele Fitto (38,88%); la Toscana su cui stava traballando la poltrona di segretario del Pd di Zingaretti, invece ha reagito da vecchia area “rossa” ed il suo candidato Eugenio Giani è riuscito a distanziare di 8 punti circa l’avversaria del Centrodestra, Susanna Ceccardi (40,45%). La Liguria è rimasta nella mani del Centrodestra con Giovanni Toti rieletto con il 56,13% contro il giornalista del Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa (M5S) rimasto al 38,90%. Nelle Marche è stato il candidato di Fratelli d’Italia, Francesco Acquaroli (49,13%) a superare il candidato del Centrosinistra, Maurizio Mangialardi (37,28%). Il Veneto con la rielezione del leghista Luca Zaia (76,78%) ha ottenuto il migliore risultato in assoluto nella storia delle elezioni regionali. Il suo avversario Arturo Lorenzo del Centrosinistra si è fermato al 15,73%.
In queste elezioni ci sono due sentimenti prevalsi nelle regioni andate al voto: la premialità dei governatori che non hanno fatto disastri durante il coronavirus e una politica meno strillata ma più rassicurante in un momento di grande fragilità del paese. - (PRIMAPRESS)