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I buchi di un piano nazionale sanitario per il turismo che mette in quarantena la stagione

I buchi di un piano nazionale sanitario per il turismo che mette in quarantena la stagione
(PRIMAPRESS) - ROMA - Che le Regioni non fossero preparate a misure di contenimento da “importazione” del coronavirus era apparsa sin da subito una situazione evidente. Le vacanze hanno evidenziato l’assenza di un piano sanitario turistico nazionale in grado di fronteggiare i possibili contagi. Il rischio, oltre all’incremento dei positivi nelle regioni a maggiore vocazione turistica, è di creare un corto circuito nelle prenotazioni di settembre e di un possibile scorcio di ottobre. Il nord della Sardegna con i due focolai del camping di Isuledda ad Arzachena e al Billionaire di Porto Cervo, sta ora pagando lo scotto delle rinunce perché monta la paura di chi ha scelto le vacanza di settembre. Federalberghi e Confindustria turismo denunciano un attacco mediatico che sta imperversando sulla Sardegna ma la realtà è che i controlli alle partenze verso l’isola sono stati blandi e poco efficaci. Né gli aeroporti, né gli scali marittimi sono stati in grado di fare da filtro per fermare gli eventuali positivi. A questo si è aggiunta la violazione da parte dei turisti più giovani delle norme di distanziamento sociale in alcune località votate alle movida. A mancare sono stati proprio i controlli nelle strutture della movida con il personale che non è stato sottoposto a rigorosi controlli medici prima della stagione estiva. Ora c’è chi, come la Regione Toscana, che ha introdotto i tamponi gratuiti per tutti, residenti e non. E chi, come gli aeroporti milanesi, ha disposto che l’obbligo di effettuare i test rapidi a chi arriva da Croazia, Spagna, Malta e Grecia, riguardi solo i residenti e chi rimane all’interno della regione. Dopo il primo weekend di grande rientro dalle vacanze, il caos tamponi non ha risparmiato quasi nessuno tra chi è transitato da porti, aeroporti e stazioni della penisola, dal momento che scali e regioni hanno adottato politiche e tempistiche diverse per ottemperare all’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza. In questo scenario è ancora in corso il braccio di ferro tra le Regioni Lazio e Sardegna sulla reciprocità dei tamponi ma l’estate sta finendo e si discute ancora sul da farsi. Per chi arriva al porto di Civitavecchia è stata attivata una convenzione tra Asl Roma 4 e Ares 118 per intensificare l’attività dei tamponi. Sono al momento presenti 6 postazioni drive in, a cui si può accedere senza prescrizione medica ma è su basa volontaria e assolutamente in ritardo rispetto al clou dei flussi turistici. - (PRIMAPRESS)