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Trattativa Stato-Mafia: condannati Mori, Dell'Utri e Ciancimino e Bagarella. Assolto Mancino

(PRIMAPRESS) - PALERMO - Se prima era un'ipotesi ora è una certezza almeno per la Corte d'Assise di Palermo: la trattativa Stato-Mafia c'è stata. Condannati a pene comprese tra 8 e 28 anni di carcere gli ex vertici del Ros Mori, Subranni e De Donno, l'ex senatore di FI Dell'Utri, Massimo Ciancimino e i boss Bagarella e Cinà. E' stato invece assolto l'ex ministro democristiano Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza. «Questo processo e questa sentenza sono dedicati a Borsellino, Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia», ha commentato il pm del pool che ha istruito il processo sulla trattativa Stato-mafia Vittorio Teresi mentre il pubblico in aula lo applaudiva. Di «sentenza storica» parla il procuratore Di Matteo. «Ciò che viene sancito oggi  - aggiunge il Pm - è che pezzi dello Stato si sono fatti tramite delle richieste della mafia -spiega- mentre in Italia esplodevano le bombe e saltavano in aria i giudici». «Non contano gli attacchi che abbiamo subito», ha aggiunto Di Matteo. «La decisione mi lascia sbigottito. Pesante per uomini che hanno servito lo Stato per 50 anni» ha detto invece Basilio Milio, legale degli ex generali Mario Mori e Antonio Subranni. «La trattativa Stato-mafia c'è stata. Con le condanne di oggi muore definitivamente la Seconda Repubblica. Grazie ai magistrati di Palermo che hanno lavorato per la verità», ha scritto in un tweet il capo politico M5S, Di Maio, dopo la sentenza della Corte d'Appello. Mentre Forza Italia pubblica una nota dopo le parole del pm Di Matteo: «La sentenza dice che Dell' Utri ha fatto da cinghia di trasmissione tra le richieste di Cosa Nostra e il governo Berlusconi. Il verdetto dice che il rapporto non si ferma al Berlusconi imprenditore ma arriva al politico». Nalle anota dunque «Forza Italia respinge con sdegno ogni tentativo di accostare il nome del Presidente Berlusconi alla vicenda della trattativa Stato-mafia. La sentenza, in attesa di leggere le motivazioni ci appare frutto di un evidente pregiudizio». - (PRIMAPRESS)