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Migranti e annunciato ritiro dall'Afghanistan, rendono fragile la maggioranza di governo

(PRIMAPRESS) - ROMA - La vicenda della nave Diciotti con la possibilità di un processo a Salvini per sequestro di persone e la situazione di stallo della Sea Watch dove sono ancora a bordo 47 migranti tra cui dei minori, al largo delle coste siciliane, sta monopolizzando la scena politica. 
L’Italia, con la necessità di guardare al fragile andamento dei suoi mercati, sembra tenuta in ostaggio da queste vicende che minano l’assetto di governo. A questo si aggiunge l’altro caso esploso ieri con la dichiarazione della ministra della Difesa, Quaranta - a quanto pare concordata solo con il premier Giuseppe Conte -  di aver annunciato il ritiro del contingente italiano in Afghanistan entro un anno. Una notizia che esplosa al centro di un dibattito già infuocato all’interno della stessa maggioranza di governo e con le voci flebili dell’opposizione.  
Questo lo scenario, dunque, mentre per Salvini si potrebbe profilare il giudizio del Tribunale dei Ministri per concedere l’autorizzazione a procedere al processo del sequestro di persone della nave Diciotti.
“Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l'autorizzazione a procedere debba essere negata - afferma il ministro dell'Interno, Matteo Salvini sulla richiesta inviata dal tribunale a Palazzo Madama - questo non c'entra la mia persona” giustificando che il suo operato è volto a: "contrasto all'immigrazione clandestina che corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni e riconosciuto dal diritto dell'Unione europea”.“Questo obiettivo - conctinia ancora Salvini - emerge con chiarezza dalle conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno del 2018 (precedente ai fatti a me contestati), in cui si legge che "per smantellare definitivamente il modello di attività dei trafficanti e impedire in tal modo la tragica perdita di vite umane, è necessario eliminare ogni incentivo a intraprendere viaggi pericolosi". - (PRIMAPRESS)