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Vivere senza lo stomaco dopo un intervento chirurgico. In Italia oltre 13 mila casi nel 2017

(PRIMAPRESS) - ROMA – Che cosa accade e come si alimentano pazienti oncologici a cui viene tolto lo stomaco. La questione non è di poco conto perché finora è stata registrata una bassa sopravvivenza post-operatoria nell’arco dei cinque anni. Un esperto di nutrizione specializzato in questi casi diventa fondamentale per assicurare un periodo di vita più lungo. Tuttavia, nonostante le linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali dei pazienti oncologici, siano state approvate in Conferenza Stato Regioni  e nonostante questa abbia previsto un esperto in nutrizione clinica sia negli ospedali, sia sui territori (art. 5), finora non si sono visti segnali in questa direzione. La denuncia arriva dall’associazione Vivere senza stomaco che ha promosso un seminario di studi sulla nutrizione che si è svolto a Roma. Dall’associazione arriva la richiesta di assicurare la presenza di un medico nutrizionista a fianco dei malati di tumore allo stomaco il prima possibile per evitare sofferenze e pericolosi ostacoli per la loro ripresa.  Figure che purtroppo mancano.

“Si impara a mangiare con nuovi ritmi ma si rischia continuamente la malnutrizione. Abbiamo carenze di elementi come vitamina B12, ferro, folina, vit D” spiega la Presidente Claudia Santangelo che ha subito la gastrectomia totale nel 2008 “Abbiamo importanti sbalzi glicemici, anche non legati alla Dumping Syndrome, con oscillazioni glicemiche che vanno da  30 a  300. Fenomeno che purtroppo influenza pesantemente la nostra salute e la nostra qualità di vita.“I problemi nutrizionali accompagnano i pazienti sin dalle prime fasi della malattia: il 40% ad esempio non termina i trattamenti farmacologici ed è costretto ad interrompere la chemioterapia perché troppo debilitato,  La malnutrizione non può più essere considerata un ineluttabile effetto collaterale della malattia, ma una sorta di comorbidità” racconta il Prof. Maurizio Muscaritoli, Presidente della SINuC Società Italiana di Nutrizione Clinica “Il 20% dei pazienti affetti da neoplasia, non supera la malattia per le gravi conseguenze della malnutrizione e  uno status nutrizionale inadeguato interferisce anche con l’efficacia delle cure. Ecco perché è necessario una valutazione specialistica da parte di un nutrizionista clinico sin dalla prima visita oncologica”.“Una quota notevole di tumori gastrici si presenta alla diagnosi in forma avanzata o metastatica, perché i sintomi di questa malattia sono nelle fasi iniziali molto vaghi e misconosciuti. Questo spiega la bassa sopravvivenza a 5 anni registrata in Italia, pari al 30%” dichiara Stefania Gori, Presidente dell’AIOM “Nei Paesi occidentali non sono tuttavia previsti programmi di diagnosi precoce per il carcinoma gastrico (come invece avviene in Giappone) a causa della relativa bassa incidenza (in Italia 13.000 nuovi casi nel 2017) di questa forma tumorale e in considerazione dell'assenza di studi randomizzati in questi Paesi finalizzati a valutarne l'efficacia. Negli ultimi anni è aumentata la sopravvivenza dei malati di tumore gastrico avanzato grazie all'aumento delle conoscenze biomolecolari e alla disponibilità di nuovi farmaci antitumorali e ad una gestione multidisciplinare del paziente”. - (PRIMAPRESS)