Maturità 2017: l'ecologia di Caproni offuscata dal voto della Camera che snatura i Parchi Naturali
- di RED-ROM
- in Italia
(PRIMAPRESS) - ROMA - “Un governo incoerente e senza visione”. A sbottare con rabbia non è il solito rappresentante di un partito d’opposizione ma Roberta T., una studentessa di un liceo romano. “Ho scelto la traccia - La natura tra minaccia e idillio nell’arte e nella letteratura - perché sono una volontaria di Legambiente e credo nella necessità di preservare il nostro patrimonio naturale. Ma ieri tornando a casa dopo la mia prova d’esame ho scoperto che la Camera aveva approvato il progetto di riforma dei Parchi Nazionali che ha riportano indietro di quarant’anni la legislazione di salvaguardia della Natura”.
Alle parole indignate di Roberta si aggiunge il coro dei compagni di classe: “Come si fa a dare delle tracce che richiamano i versi ecologici di Caproni e poi nell’aula di un Parlamento si perde la visione del bene comune. Qual è l’insegnamento di questa politica? Come può un ministro dell’Ambiente permettere che queste cose accadano?”.
A spiegare la delusione è stato il voto favorevole della Camera di ieri che approvando la riforma dei Parchi ha di fatto consentito che le nomine di presidenti e direttori saranno condizionate a logiche politiche e interessi locali, spiega Francesco Mezzatesta, storico segretario della Lipu e giornalista naturalista.
Ma ancora più duro nel ricercare le motivazioni di un voto irresponsabile è il comunicato del WWF: “Questa riforma consentirà più facilmente l’ingresso di cacciatori nei parchi; si introduce un sistema di royalties una tantum per cui non solo «se paghi, puoi inquinare», ma se inquini lo fai a prezzo di saldo. Esiste, infine il rischio che questo testo apra un varco alle trivellazioni anche in aree protette. Questa legge è riuscita, in un periodo di grande instabilità politica nell’impossibile compito di mettere d’accordo gran parte delle forze politiche; quelle stesse forze politiche che hanno fatto abortire la legge elettorale ai primissimi emendamenti: evidentemente le considerano così irrilevanti da non meritare i necessari approfondimenti e l’attenzione che si dovrebbe ai tesori di natura italiani”.
L’accusa più forte che viene dalle associazioni ambientaliste a questo voto della Camera è quello di aver deciso di considerare il Capitale Naturale come una merce di scambio da mettere in mano ai poteri di parte e locali invece che un bene comune che appartiene a tutti i cittadini. “Ha considerato le Aree Marine Protette - aggiunge la nota del WWF - che proteggono il mare di un Paese con 8mila chilometri di coste come delle “cenerentole” che non hanno diritto né alle risorse né ad un’organizzazione lontanamente paragonabile a quelle dei Parchi terrestri”.
Ad incappare in questa decisione poco ambientalista della politica è anche il Parco Nazionale del Delta del Po che nonostante abbia ricevuto il riconoscimento internazionale quale Area MaB (Man and the Biosphere Programme) UNESCO, rischia di non vedersi riconosciuta l’identità di Parco Nazionale.
“Quella a cui ieri la Camera ha dato il via libera è una legge che peggiora la situazione delle nostre aree protette - spiega ancora il WWF - e non solo lo Stato fa un passo indietro nella conservazione, ma si apre la strada a una miriade di abusi che sarà difficile fermare. Per questa ragione la mobilitazione contro lo SNATURA Parchi per il WWF deve continuare al Senato dove questo provvedimento dovrà avere il via libera definitivo. - (PRIMAPRESS)
Alle parole indignate di Roberta si aggiunge il coro dei compagni di classe: “Come si fa a dare delle tracce che richiamano i versi ecologici di Caproni e poi nell’aula di un Parlamento si perde la visione del bene comune. Qual è l’insegnamento di questa politica? Come può un ministro dell’Ambiente permettere che queste cose accadano?”.
A spiegare la delusione è stato il voto favorevole della Camera di ieri che approvando la riforma dei Parchi ha di fatto consentito che le nomine di presidenti e direttori saranno condizionate a logiche politiche e interessi locali, spiega Francesco Mezzatesta, storico segretario della Lipu e giornalista naturalista.
Ma ancora più duro nel ricercare le motivazioni di un voto irresponsabile è il comunicato del WWF: “Questa riforma consentirà più facilmente l’ingresso di cacciatori nei parchi; si introduce un sistema di royalties una tantum per cui non solo «se paghi, puoi inquinare», ma se inquini lo fai a prezzo di saldo. Esiste, infine il rischio che questo testo apra un varco alle trivellazioni anche in aree protette. Questa legge è riuscita, in un periodo di grande instabilità politica nell’impossibile compito di mettere d’accordo gran parte delle forze politiche; quelle stesse forze politiche che hanno fatto abortire la legge elettorale ai primissimi emendamenti: evidentemente le considerano così irrilevanti da non meritare i necessari approfondimenti e l’attenzione che si dovrebbe ai tesori di natura italiani”.
L’accusa più forte che viene dalle associazioni ambientaliste a questo voto della Camera è quello di aver deciso di considerare il Capitale Naturale come una merce di scambio da mettere in mano ai poteri di parte e locali invece che un bene comune che appartiene a tutti i cittadini. “Ha considerato le Aree Marine Protette - aggiunge la nota del WWF - che proteggono il mare di un Paese con 8mila chilometri di coste come delle “cenerentole” che non hanno diritto né alle risorse né ad un’organizzazione lontanamente paragonabile a quelle dei Parchi terrestri”.
Ad incappare in questa decisione poco ambientalista della politica è anche il Parco Nazionale del Delta del Po che nonostante abbia ricevuto il riconoscimento internazionale quale Area MaB (Man and the Biosphere Programme) UNESCO, rischia di non vedersi riconosciuta l’identità di Parco Nazionale.
“Quella a cui ieri la Camera ha dato il via libera è una legge che peggiora la situazione delle nostre aree protette - spiega ancora il WWF - e non solo lo Stato fa un passo indietro nella conservazione, ma si apre la strada a una miriade di abusi che sarà difficile fermare. Per questa ragione la mobilitazione contro lo SNATURA Parchi per il WWF deve continuare al Senato dove questo provvedimento dovrà avere il via libera definitivo. - (PRIMAPRESS)