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Dieci miliardi di un tesoretto alla Difesa per armamenti. Scanu (Pd): "Si pensi prima al disastro ambientale in Sardegna"

  • di RED-ROM
  • in Ambiente
(PRIMAPRESS) - ROMA - Un decreto del Governo potrebbe affidare alla Difesa una parte di un “tesoretto” di circa 46 miliardi da dividere in 15 anni tra alcuni ministeri per generici programmi contenuti nella Legge di Bilancio. La Difesa, dunque, potrà disporre di 10 miliardi, e intende destinarne più di metà ai sistemi d’arma, un quarto per una nuova sede nell’aeroporto di Centocelle, meno del 10 per cento per mettere in sicurezza le caserme dal rischio sismico e circa il 5 per cento per le bonifiche. “Questa previsione di spesa riserva pochi spiccioli al risanamento ambientale e alle bonifiche”, dice Gian Piero Scanu, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta uranio impoverito. “Tutto ciò accade mentre la Difesa dovrà rispondere di disastro ambientale. Dopo averlo bombardato per un trentennio con armi di tutti i tipi, ha abbandonato a se stesso un pezzo di Sardegna definendolo non più recuperabile. Nel contempo molti militari continuano a essere esposti al rischio amianto, tuttora non totalmente eliminato da alcune tipologie di mezzi militari e infrastrutture. Credo che la Difesa abbia il dovere morale di dare assoluta priorità alla tutela della salute e dell’ambiente, in ossequio al principio secondo cui ‘chi inquina paga’. C’è bisogno di rivedere i conti e avviare un serio piano di bonifiche”. - (PRIMAPRESS)