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Novità, studi e scoperte archeologiche dal territorio modenese in due conferenze all'Aedes Muratoriana

(PRIMAPRESS) - MODENA - La seduta di studio del 20 maggio della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi ospita due comunicazioni dedicate alle ultime novità in campo archeologico del Modenese, la prima curata da Sara Campagnari e Donato Labate, archeologi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, e la seconda dall'archeologo Gianluca Bottazzi.

 

Campagnari e Labate illustreranno i principali scavi archeologici realizzati nell’ambito della città e della sua provincia nel corso del 2016, eseguiti sotto la direzione scientifica della Soprintendenza.

Di particolare interesse, la scoperta in località Corletto di Modena di un insediamento di età Neolitica con resti di strutture abitative e tombe (nella foto), venuto in luce durante i controlli eseguiti dalla Soprintendenza in aree soggette ad attività estrattive. Per l'età romana, si farà il punto sugli studi sull'evoluzione della via Emilia, dalla fondazione nel 187 a.C. a oggi, che hanno tratto nuova linfa dagli scavi collegati alla realizzazione di tre rotonde a Fossalta, Bruciata e Cittanova. Si parlerà infine degli scavi condotti nel Duomo di Modena e nell’abbazia di San Pietro e delle indagini archeologiche effettuate a Formigine, Mirandola, Castelfranco Emilia, Soliera e Carpi.

Bottazzi illustrerà gli esiti del proprio studio su un capitello tardo antico reimpiegato nella chiesa di Rastellino.

Non sono molti gli elementi architettonici dei grandi edifici pubblici e di spettacolo di Mutina romana sopravvissuti in situ. Il Capitolium, la basilica civile, le terme, il teatro e l'anfiteatro furono probabilmente spogliati per reimpiegare i materiali nella prima basilica paleocristiana e in quella cimiteriale dedicata al vescovo Geminiano (post 385 - 390 d.C.).

Rientra in questo quadro un notevole capitello di età romana (già noto ma mai valorizzato) riutilizzato come fonte battesimale nella chiesa di Rastellino (Modena), località che nel Medioevo faceva parte della diocesi di Modena e che era dotata di un castrum in possesso dei marchesi di Canossa, dei loro vassalli e della non lontana abbazia di San Silvestro di Nonantola. - (PRIMAPRESS)