Alitalia: un nuovo regalo per Angela Merkel?
- di Skywalker
- in Italia
(PRIMAPRESS) - ROMA - Che il referendum sulla sorte del nuovo piano di salvataggio Alitalia andasse a finire in questo modo, ci avrebbero scommesso in pochi.
Anche se, nelle 48 ore precedenti la chiusure delle urne, nelle stanze del potere iniziava a serpeggiare una certa preoccupazione, scandita da telefonate col presidente uscente Montezemolo e con quello in pectore (ora di essere nominato commissario) Gubitosi.
Io due top manager, diversissimi per stile e approccio ai problemi, ma simili per i loro legami con l'establishment romano, avevano annusato l'aria e messo in guardia Gentiloni, Delrio, Poletti e l'iper attivo Calenda.
È ora? Cosa accadrà alla compagnia che da 70 anni fa volare gli italiani? E' proprio già scritto il suo destino? Verrà venduta spezzettata al miglior (peggior) acquirente, sarà nazionalizzata (attenzione che dietro alle dichiarazioni contrarie di molti esponenti di Palazzo Chigi, in realtà questa idea non viene scartata affatto), o diventerà cibo ghiotto per la sempre attenta (e a tratti rapace) Lufthansa?
Dietro al futuro di Alitalia si giocano partite economiche intricate e per certi versi ancora poco note. Da una parte le banche “proprietarie” italiane, dall’altra il colosso dei cieli Ethiad, rimasto col cerino in mano, in mezzo la politica, ancora una volta incapace di darsi una strategia complessiva sotto il profilo industriale.
Come andrà a finire?sarà necessario qualche giorno per avere uno scenario delineato, ma i rumors degli uomini vicini a Renzi farebbero pensare all’ennesimo coupé de theatre del mago di Pontassieve: un prestito-ponte per consentire ai voli (e ai 12.000 dipendenti) di prendere fiato e poi (magari) la nascita della nuova Iri del 21mo secolo, capace di inglobare la compagnia e di farla ripartire. Le elezioni non sono poi così lontane.
O assisteremo un nuovo regalo ad…. Angela? - (PRIMAPRESS)
Anche se, nelle 48 ore precedenti la chiusure delle urne, nelle stanze del potere iniziava a serpeggiare una certa preoccupazione, scandita da telefonate col presidente uscente Montezemolo e con quello in pectore (ora di essere nominato commissario) Gubitosi.
Io due top manager, diversissimi per stile e approccio ai problemi, ma simili per i loro legami con l'establishment romano, avevano annusato l'aria e messo in guardia Gentiloni, Delrio, Poletti e l'iper attivo Calenda.
È ora? Cosa accadrà alla compagnia che da 70 anni fa volare gli italiani? E' proprio già scritto il suo destino? Verrà venduta spezzettata al miglior (peggior) acquirente, sarà nazionalizzata (attenzione che dietro alle dichiarazioni contrarie di molti esponenti di Palazzo Chigi, in realtà questa idea non viene scartata affatto), o diventerà cibo ghiotto per la sempre attenta (e a tratti rapace) Lufthansa?
Dietro al futuro di Alitalia si giocano partite economiche intricate e per certi versi ancora poco note. Da una parte le banche “proprietarie” italiane, dall’altra il colosso dei cieli Ethiad, rimasto col cerino in mano, in mezzo la politica, ancora una volta incapace di darsi una strategia complessiva sotto il profilo industriale.
Come andrà a finire?sarà necessario qualche giorno per avere uno scenario delineato, ma i rumors degli uomini vicini a Renzi farebbero pensare all’ennesimo coupé de theatre del mago di Pontassieve: un prestito-ponte per consentire ai voli (e ai 12.000 dipendenti) di prendere fiato e poi (magari) la nascita della nuova Iri del 21mo secolo, capace di inglobare la compagnia e di farla ripartire. Le elezioni non sono poi così lontane.
O assisteremo un nuovo regalo ad…. Angela? - (PRIMAPRESS)
