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Padoan risponde alla Commissione Europea sul Def 2017: "Senza terremoti e immigrati non avremmo sforato"

  • di Paolo Silvestrelli
  • in Economia
(PRIMAPRESS) - ROMA - Inizia con un confidenziale  Dear, la lettera il ministro dell’Economia Padoan ha inviato ai commissari europei Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici che avevano chiesto chiarimenti in relazione a discrepanze tra gli impegni e la legge di Bilancio 2017. «Un divario ampiamente spiegato dalle spese straordinarie relative a immigrazione e rischi sismici». I migranti soccorsi in Italia sono triplicati dal 2014 e la spesa che deve affrontare l'Italia rischia di crescere ancora fino a 4,2 miliardi. I terremoti che scuotono la penisola chiedono un intervento straordinario non solo per la ricostruzione, ma anche per mettere in sicurezza gli edifici, tra cui 42mila scuole. Su queste argomentazioni il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, ha basato la sua risposta ai commissari europei Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici (scaricabile in allegato) in relazione alla legge di bilancio 2017. «Caro Valdis, Caro Pierre», scrive Padoan, «grazie per la vostra lettera del 25 ottobre, in cui chiedete chiarimenti sul Documento programmatico di bilancio 2017 dell'Italia». Bruxelles aveva infatti rimarcato la differenza esistente tra gli impegni assunti dal governo italiano a maggio sul deficit e sul percorso di aggiustamento dei conti pubblici, e le cifre contenuto nel bilancio 2017. A fronte di una correzione dello 0,6% del deficit strutturale richiesta dall'esecutivo Ue, l'Italia registra un peggioramento dello 0,4%; si passa così dall'1,2% nel 2016 all'1,6% nel 2017. Nella lettera, Padoan fa notare che l'economia italiana «sta ancora vivendo condizioni cicliche difficili», a seguito di una riduzione delle previsioni di aumento del Pil dovuta a «fattori esterni», e all'«ultra basso» livello dell'inflazione che «complica lo sforzo di riduzione del rapporto fra debito e Pil»; «tutto questo suggerisce un aggiustamento più graduale verso l'obiettivo di medio termine, che rimane l'equilibrio strutturale nel 2019». - (PRIMAPRESS)