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Scontro tra associazioni ambientaliste e commissioni Ambiente sul ddl dei Parchi Naturali

  • di RED-ROM
  • in Ambiente
(PRIMAPRESS) - ROMA - Il ddl sui parchi naturali è nel calendario dell’aula del Senato ma non è escluso che possa essere rimandato al 2 e 3 novembre prossimo per portare qualche probabile correzione, così come richiesto da alcune associazioni ambientaliste, dopo l’approvazione alla commissione Ambiente della Camera.  Il ddl ha avuto una incubazione lunga. Da una parte i sostenitori della maggiore fruizione delle aree verdi per renderli sostenibili economicamente e dall’altra le associazioni che vedono in alcune parti del disegno di legge delle eccessive aperture che potrebbero pregiudicare la salvaguardia degli stessi parchi.
Il testo, come sostengono in un documento i rappresentanti di Legambiente, Wwf, Greenpeace, Italia Nostra, Lipu ed altre, ha bisogno di essere modificato a cominciare dalla necessità  di "una più ampia condivisione”.
Sul ddl si è innescato anche un piccolo giallo perché il testo approvato dalla commissione Ambiente sembrava vedere favorevole anche Ferderparchi in contrasto con quanto dichiarato su alcuni punti dalle associazioni. Ma il presidente di federparchi, Giampiero Sammuri,  si è affrettato a dichiarare che "non ci sono spaccature e divisioni con le associazioni” ma ci sono dei "punti di contatto”. Troppo poco però per sostenere una visione univoca ed ecco che 
anche Ferderparchi ha dovuto richiedere delle integrazioni al ddl. Al di la degli scontri delle parti resta il fatto che i parchi sono in crisi perché bisogna reinventare la gestione con un mix di interventi tra nuova economia e sistemi esperenziali da vero tour operator del “verde”.
“Alla biodiversità  italiana una legge di modifica serve sicuramente - sostiene il presidente di Legambiente, rossella Muroni - ma che sia davvero funzionale al rilancio dei parchi: una nuova missione che concili tradizione, nuova economia, difesa del territorio, diffusione della cultura e legalità”. 

Il testo della legge di riforma che andrà  a modificare la legge quadro sui parchi e sulle aree protette (Legge 394 del 1991) è composto da 26 articoli che secondo il senatore del Pd, Massimo Caleo, sarà una grande processo di riforma che tra le principali novità  vede: governance dei parchi (rafforzamento del ruolo del presidente del parco), modifica della composizione del consiglio direttivo, abrogazione dell'albo dei direttori di parco; nascita del Piano del parco ,(strumento anche per disciplinare iniziative economiche, patrimonio edilizio, turismo sostenibile); introduzione dei 'piani di gestione della fauna selvatica' (con

parere vincolante dell'Ispra). Lo scontro più forte tra la commissione e le Associazioni è proprio sul rafforzamento del ruolo del presidente con la contestuale abrogazione dell’albo dei direttori del Parco. Chi avrà, dunque, le competenze per disegnare le strategie del parco secondo criteri di conoscenza specifica? A chiederselo sono le associazioni ambientaliste che vedono nell’impianto di modifica della legge l’equiparazione delle aree verdi a giardinetti pubblici. - (PRIMAPRESS)