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Umberto Solimene (IBAR): Trasporto aereo in buona salute ma tariffe aeroportuali insostenibili

(PRIMAPRESS) - MILANO – Andamento del trasporto aereo buono ma ancora troppe ombre per una tassazione troppo alta degli scali ed una politica aeroportuale che non convince. A snocciolare i dati è l’Italian Board Airline Representatives (IBAR), che se da un lato osservano un andamento positivo, dall’altro mostrano preoccupazione per una normativa troppo confusa. Su 13 milioni di biglietti emessi, il 37% è verso l’Italia, il 31% intercontinentale e il 32% internazionale, per un valore complessivo superiore ai 4,3 miliardi di euro.

Il rapporto pubblicato, in relazione all’anno 2015 che non rileva gli acquisti sui siti delle singole compagnie web, mostra buoni risultati per il mercato asiatico, con un +8,1%, +6,1% dell’Asia Continentale e +5,8% del Sud-Est Asiatico, insieme a buoni risultati di America del Sud (+ 6,5%), mentre in Africa la situazione politica ha portato, nella zona settentrionale a un calo Dell’11,7% e, infine, analizza il mercato nazionale, che risente dell’eccessiva tassazione, spostando le preferenze su altri mezzi di trasporto più accessibili.

Il costo dei biglietti, in apparenza, potrebbe rassicurare in direzione di un prezzo sempre più accessibile, se non fosse che viene gravato da una pesante imposizione fiscale. Difatti, di fianco ad una tendenza al ribasso delle tariffe, che dal 2014 al 2015 ha interessato tutti i continenti, con una riduzione del -3,3% verso l’Asia, del -5,9% verso l’Australia, -4,3% verso l’Europa, - 5% per le Americhe e -2,4% per l’Africa, e nel caso specifico delle nazioni per Grecia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Thailandia, Svizzera, Ucraina (per via della migliorata situazione politica), Perù, Giappone e Filippine, c’è un settore gravato da alcune pesanti tasse, secondo IBAR ingiuste e concordate con preavviso troppo breve, senza possibilità di mediazione o dialogo tra le parti.

Prendiamo due esempi: il primo riguarda l’Irese Lazio, tassa sul rumore, i cui proventi non venivano destinati a mitigarlo ma, con importi di cinque volte superiori a quelli previsti dalla Corte Costituzionale, finanziavano altre infrastrutture. Un secondo esempio di imposizione fiscale controproducente si può osservare nell’addizione municipale destinata all’INPS, una tassa di euro 2,50 che la IATA, associazione mondiale che unisce e integra reti di servizi di compagnie aeree associate, ha calcolato portare, in un anno, alla perdita di 750,000 passeggeri, 2300 posti di lavoro e infine ben 149 milioni di euro in meno di PIL per l’Italia. 

Tasse che in altri Paesi, come Francia e Belgio, sono state tolte dopo la loro introduzione, con un’azione che ha fatto osservare benefici, quali un aumento del traffico dell’8%. Nel caso dell’Italia, in parallelo a queste tasse, a creare confusione anche una normativa incerta,  con una conseguente aggressione ai capitali delle compagnie aeree, troppo spesso considerate, come dice il presidente di IBAR, Umberto Solimene, “dei bancomat a cui attingere per esigenze di fiscalità generale o per investimenti nelle infrastrutture che competono ad altri”, motivo per cui intende portare avanti una determinata azione legale.

Il fine di questa associazione, del resto, è proteggere il libero mercato per lo sviluppo del trasporto aereo, rappresentando 55 compagnie aeree operanti in Italia specialmente nei loro rapporti con le istituzioni, che risultano problematici sui temi come tassazione e norme vigenti. Il rapporto IBAR, inoltre, mostra come stiano cambiando le abitudini di acquisto dei consumatori, i quali si muovono online ed evitano sempre più l’agenzia di viaggio. La possibilità di scelta, ampia, porta ad un costante aumento dei viaggiatori, con tariffe sempre più accessibili a tutti e un costante bisogno di tutelare consumatore e vettori, in un mercato in crescita verso l’alto. - (PRIMAPRESS)