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Eurispes: burocrazia e fisco pesante fanno sognare di lasciare l'Italia

  • di RED-ROM
  • in Italia
(PRIMAPRESS) - ROMA – L’annuale Rapporto Italia di Eurispes, presentato presso la Biblioteca Centrale di Roma, ha passato ai raggi X la situazione socio-economica dell’Italia con focus di approfondimenti su temi che fanno da cartina tornasole al sentiment generale dei cittadini e di tutti i settori dell’economia. Sette italiani su dieci (69,4%), vedono diminuita la propria fiducia nelle istituzioni fino ad ipotizzare di lasciare il paese per andare a vivere all’estero (45,5%). Tra i malesseri evidenziati nella ricerca occupa un posto di rilievo il peso della burocrazia che più che in altre parti d’Europa penetra in profondità in ogni settore limitando l’iniziativa e la voglia di fare impresa non solo quella degli stessi italiani ma anche delle imprese straniere che vogliono investire nel nostro paese. Nella sostanza, come ha detto il Presidente di Eurispes, Gian Maria Fara nel suo intervento, la burocrazia è diventata essa stessa politica. Non va meglio per la fiducia riposta nelle istituzioni europee tanto da far registrare un più 14% di euro-delusi con un corposo 55,5% di italiani che vorrebbero uscire dall’euro ritenendo che la politica di mantenimento dell’euro abbia indebolito la politica nazionale. Nel clima di generale sfiducia e nella condanna da parte degli italiani di atteggiamenti sempre più indolenti da parte degli uffici pubblici, fanno eccezione le forze dell’ordine che vedono i Carabinieri raccogliere il 73,4% dei consensi seguiti da Guardia di Finanza con il 66,8% e la Polizia di Stato con il 63%. E parlando di gradimenti Eurispes registra il rialzo delle quotazioni della Chiesa cattolica grazie al lavoro di Papa Francesco. Dopo un lungo periodo di crisi è boom di consensi e non solo tra i cattolici. Il discusso pugno del Papa ha posto la questione del rispetto delle posizioni religiose e culturali degli altri. Sciabolata finale di Fara anche sull’intreccio tra politica e sistema editoriale che omologa e appiattisce l’informazione non mancando di stigmatizzare il ruolo dei giornalisti diventati tuttologi che invece di intervistare si fanno intervistare e che sembrano più impegnati a rispondere a domande più che a farne.   - (PRIMAPRESS)