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Il Christian Rockers Roberto Bignoli nel carcere di Opera

(PRIMAPRESS) - MILANO - Roberto Bignoli, tra i principali musicisti
internazionali della Christian music, ha riscosso molto successo mercoledì
14 gennaio nel carcere di Opera con le persone detenute.
L’esibizione dell’autore, che ha suonato alcuni dei brani più significativi
dei suoi dodici album è stata infatti seguita con grande attenzione sia per
le emozioni che la musica porta sempre con sé –soprattutto in un contesto
difficile come una casa di detenzione – sia per il messaggio di fede,
speranza e fiducia che ha saputo veicolare. Non è stata certamente una
performance musicale, ma un racconto autobiografico accompagnato
musicalmente, espresso con grande umiltà e la consapevolezza di un percorso
di vita complesso e doloroso: l'esperienza di un uomo come tanti.
L’iniziativa è stata di Cisproject-Leggere Libera-Mente, associazione
culturale che si propone di favorire il reinserimento delle persone detenute
nella cosiddetta società civile.
Nell’occasione, Bignoli ha presentato anche il libro autobiografico "Il mio
cuore canta" Piemme Incontri, che racconta la sua storia di difficoltà
fisiche ed esistenziali, superate grazie alla fede cristiana e alla musica.
Bignoli, tramite la fede, l'amore verso il prossimo e la propria famiglia,
il dialogo e la condivisione del proprio percorso, ha diffuso un messaggio
di speranza e fiducia valido per tutti: la vita è nelle nostre mani e per
chi crede in quelle di Dio. Ognuno sa dove poter attingere la forza per
cambiare il corso del proprio destino e affrontarlo con il sorriso sulle
labbra, come lui ha dimostrato.
“La fede ha risanato il mio cuore, mi ha permesso di trovare serenità e
gioia dove prima c'era rabbia e dolore”, ha spiegato Bignoli. Un messaggio
raccolto da molte persone detenute, che a loro volta hanno aggiunto cosa,
oltre alla fede, è stato d’aiuto per ritrovare serenità e superare i momenti
difficili: gli affetti, la musica, lo sport, scrivere, leggere.
Tra loro Ivan, che ha riassunto in modo molto efficace il significato più
profondo dell’incontro: “L'amore per la mia famiglia, l'amore per i miei
genitori, l'amore per me stesso, l'amore per la vita. È l'amore che mi sta
dando la forza di riprendere in mano la mia vita, la più grande forza
dell'universo, in grado di scatenare una guerra o sciogliere il cuore più
duro”.
“Il concerto di Bignoli  nel carcere di Opera è stata un’esperienza molto
emozionante per tutti coloro che hanno partecipato, un incontro intenso più
che uno spettacolo, fatto di musica ma anche di riflessione sul tema del
cambiamento, di cosa aiuta a cambiare, a voltare pagina, a superare le
ferite – ha detto Barbara Rossi di Cisproject-Leggere Libera-Mente - La
musica e i messaggi di fede, proposti in un luogo di sofferenza e privazione
della libertà, hanno creato un forte pathos e hanno regalato una giornata di
gioia alle persone detenute. In considerazione del risultato ottenuto, ci
auguriamo di poter ripetere presto un’iniziativa di questo genere”. A Opera,
Bignoli ha suonato con il grande musicista-arrangiatore  Mario Ferrara ed è
stato intervistato dal giornalista Renzo Magosso e dai corsisti del progetto
“Leggere Libera-Mente”, attivo da diversi anni nella Casa di reclusione di
Opera, che si occupa di biblioterapia con le persone detenute attraverso la
lettura, la scrittura creativa, poetica, autobiografica, giornalistica. La
giornata è stata inoltre arricchita dalla partecipazione musicale di due
giovani rapper, che hanno colpito anche per i loro messaggi di vicinanza
alle persone detenute: Stefano Reale e Giovanni Paoli. L’incontro è stata un’opportunità
anche per presentare il giornalino In Opera, curato dai redattori
diversamente liberi della Casa di reclusione di Milano-Opera, molto
apprezzato anche dall’ispettore Maria Visentini, che a nome della direzione
e degli operatori penitenziari del carcere si è congratulata per la qualità
dei testi e la profondità espressiva raggiunta,
a testimonianza della qualità del lavoro svolto da tutti coloro coinvolti
nel progetto. - (PRIMAPRESS)