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Accordo UnipolSai, SNFIA: se la democrazia non è un'opinione, la consultazione con i lavoratori non è conclusa

(PRIMAPRESS) - ROMA - “C’è qualcosa che non torna. Se la matematica non è un’opinione, non ci risulta che la somma dei voti delle Assemblee dei Lavoratori dia un responso favorevole all’accordo. E, se la democrazia non è un’opinione, non ci risulta sia conclusa la fase di consultazione dei Lavoratori”. Così Marino D’Angelo, Segretario Generale del Sindacato dei Funzionari e delle Alte professionalità Assicurative SNFIA, punta il dito contro la dichiarazione di Agostino Megale, Segretario Generale di Fisac Cgil, secondo il quale si sarebbe già conclusa la consultazione con i Lavoratori sull’ipotesi di Accordo integrativo con UnipolSai del 29 dicembre scorso. Del tutto diversa l’opinione dei sindacati autonomi SNFIA e FNA che, da un lato, denunciano come siano in realtà ancora in corso Assemblee dei Lavoratori, dall’altro, come sulle piazze della gran parte delle città italiane i Lavoratori abbiano espresso contrarietà all’accordo. “L’articolo 13 dell’Accordo, dalle Confederazioni stesse sottoscritto, prevede che l’efficacia sia subordinata per la parte sindacale all’approvazione dei lavoratori. E non pensiamo che per parte sindacale si debbano intendere solo le Confederazioni e per Lavoratori solo i loro simpatizzanti”, puntualizza D’Angelo, in una lettera inviata stamane a Lavoratrici e ai Lavoratori, alla Fisac Cgil, Fiba Cisl,UilcaUil e al Management di UnipolSai, dove ricorda le Assemblee indette da SNFIA e FNA per la settimana in corso. “Solo alla loro conclusione – ribatte D’Angelo a Megale - si potrà avere un conteggio credibile del risultato della consultazione, che non può che essere la sommatoria dei risultati di tutte le Assemblee dei Lavoratori, da chiunque organizzate”. Il Segretario Generale di SNFIA ricorda quindi l’esito tutt’altro che univoco delle Assemblee che si sono già tenute, ripercorrendo la prevalenza dei no all’accordo incassata a Milano, Firenze e Padova, l’animata contestazione avvenuta a Roma, i molti voti contrari registrati a Bologna e Napoli e la partita ancora aperta a Bologna, Napoli, Catania, Bari e Pescara, quest’ultime due tra l’altro non chiamate al voto dalle Organizzazioni Confederali. “D’altra parte le Assemblee, per loro natura, non possono essere altro che il termometro politico del consenso, e su questo piano riteniamo debba svolgersi il confronto”, continua D’Angelo, illustrando le anime dei due fronti. Da una parte quello del no, che “afferma la necessità di battersi ancora per una modifica dell’Accordo tale da portarlo fuori dal guado di un CIA di Gruppo già in partenza penalizzante per gli ex Fonsai e chiuso ad ogni possibilità di miglioramento per gli ex Unipol. E tale da sbarrare decisamente il passo ai licenziamenti collettivi ex legge 223/91 nel settore assicurativo e da non aprire la porta alla condanna dei Giovani al precariato a vita e senza diritti, grazie ad assunzioni con contratto a tutela (?) crescente ex Jobs Act. È un dovere morale salvare questi ragazzi dalla sciagurata scia di questo Provvedimento”. Dall’altra il fronte del si, “che accetta la logica del meno peggio, quella che ha guidato evidentemente e dichiaratamente la scelta della Fisac Cgil, Fiba Cisl e Uilca Uil”. Quindi, D’Angelo, invita le sigle sindacali confederali e l’Azienda a migliorare l’Accordo in modo che “sappia soddisfare i bisogni espressi da tutti i Lavoratori” e “ da ristabilire un clima di fiducia e un senso di appartenenza nei Lavoratori del Gruppo, riconoscendo nei fatti, e non solo nei proclami, il ruolo determinante che gli stessi Lavoratori hanno avuto nella costruzione di quei risultati organizzativi ed economici che hanno superato ogni aspettativa” . Indipendentemente dall’esito della partita numerica, chiosa infine D’Angelo, in palio per le Organizzazioni Sindacali “responsabili e consapevoli del proprio ruolo” c’è una scelta politica di fondo: “valorizzare o meno la richiesta di continuare a lottare avanzata dai Lavoratori”. - (PRIMAPRESS)