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Legge di Stabilità, Enpap critica l'aumento della tassazione delle Casse di Previdenza

  • di RED COM
  • in Politica
(PRIMAPRESS) - ROMA - «Con l'approvazione definitiva della Legge di Stabilità per il 2015. Nuovamente dobbiamo prendere atto che le criticità di una importante realtà produttiva del paese, i liberi professionisti, sono totalmente ignorate, per non parlare di promesse disattese». Questo il messaggio che lancia il CIG (Consiglio di Indirizzo Generale) dell'Enpap (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per Psicologi). L'assemblea dei rappresentanti degli Psicologi liberi professionisti, il CIG dell'Enpap, riunitasi in via straordinaria nei giorni scorsi, stigmatizza «quali atti profondamente miopi, anche per il futuro del paese, le scelte legislative relative al mondo libero professionale che, ormai da mesi, colpiscono uno dei tessuti economico-produttivi più importanti per l'economia italiana. L’ ultima mossa, assolutamente inaccettabile, di aumentare la tassazione dei rendimenti per le Casse di previdenza al 26% - come si trattasse di una rendita patrimoniale e non di investimenti inerenti la previdenza di primo pilastro- non incide solo sul presente degli iscritti ma anche sul loro futuro previdenziale, già compromesso dai bassi redditi legati alla congiuntura macroeconomica e dal sistema contributivo puro». I liberi professionisti Psicologi denunciano il parallelo accrescersi esponenziale dei loro obblighi individuali e collettivi nei confronti della Pubblica Amministrazione, assieme alla loro estromissione da qualunque sistema pubblico di salvaguardia sociale, in questo periodo di crisi generale del sistema economico. L'assenza di forme pubbliche di previdenza sociale e l'esclusione anche dai benefici attivati di recente per i lavoratori dipendenti (gli 80 euro al mese ma anche il Voucher baby sitting – asili nido), infatti, si affianca ad una serie di nuovi obblighi da adempiere sempre a proprie spese: dai sistemi di fatturazione elettronica con la PA ai sistemi di pagamento elettronico POS, al nuovo Regime dei Minimi (che penalizza ulteriormente i giovani professionisti), al taglio continuo dei finanziamenti pubblici alla prevenzione socio-sanitaria (che, scongiurando sofferenza, povertà ed esclusione, salvaguardava il futuro delle nostre relazioni sociali valorizzando al contempo il lavoro degli psicologi impegnati nella cura delle problematiche individuali e sociali). Al contempo gli ultimi mesi hanno visto gravare nuovi vincoli ed ostacoli sugli Enti previdenziali ed assistenziali dei professionisti, che cercano di dare ai loro iscritti - senza spese per lo Stato - un sistema minimo di protezione sociale per attenuare l'urto della crisi. Dagli obblighi di pagamenti accresciuti per la spending review ai nuovi oneri di riclassificazione dei bilanci, alla "rivalutazione negativa" dei montanti previdenziali per il 2014, una serie di novità negative hanno contrassegnato l'ultimo anno del sistema di previdenza dei professionisti e drenato risorse che non sono più disponibili per il welfare di categoria. Scelte queste che appaiono ancor più incomprensibili alla luce del fatto che le casse di previdenza, pur svolgendo un ruolo di pubblica utilità, sono enti privati che non gravano in alcun modo sui Bilanci dello Stato. «La decisione di oggi del Parlamento, che aumenta in maniera sconcertante la tassazione sui flussi finanziari necessari a rivalutare le pensioni dei professionisti, marca ulteriormente e in maniera drammatica il gap che va creandosi tra i lavoratori intellettuali e il Governo del Paese. Tra tutti i liberi professionisti gli Psicologi, poi, hanno per il 50% meno di 45 anni, sono donne per l'82% ed hanno redditi medi di meno di 13.500 euro annui, calati significativamente negli ultimi tempi. Costituiscono la punta avanzata di quella generazione precaria su cui continuano a riversarsi le conseguenze degli sprechi degli ultimi decenni e sul cui futuro ricadono integralmente i rischi e gli oneri di questa congiuntura», sottolinea ancora il CIG dell'Enpap nella sua nota. Di conseguenza «alla Presidenza del Consiglio e alle entità di Governo del Paese ribadiamo la specifica condizione della nostra categoria e quella di tutti i liberi professionisti, richiedendo azioni concrete che dimostrino il pieno riconoscimento dell'autonomia delle Casse di Previdenza nell'intervenire - senza oneri per lo Stato- a favore di propri iscritti per realizzare azioni di welfare allargato, sostegno alle possibilità di lavoro e la prospettiva di una pensione dignitosa. Ai CIG delle altre Casse di previdenza chiediamo di coordinarci per definire una presa di posizione, ferma e condivisa, per la tutela dell’autonomia delle forme previdenziali e assistenziali delle Casse ed il futuro dei professionisti italiani». - (PRIMAPRESS)