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I ristoranti di San Vito Lo Capo: Crik & Crok

  • di Paolo Picone
  • in Wine&Food
(PRIMAPRESS) - Paolo Picone da SAN VITO LO CAPO, Trapani - Si trova a ridosso del centro della "movida" di San Vito Lo Capo, è il primo ristorante che abbiamo visitato quest'anno appena arrivati in questa splendida località balneare. Se fossimo dei semplici turisti però difficilmente ci saremmo tornati una seconda volta. Iniziamo dagli aspetti davvero positivi. L'accoglienza è calorosa e quasi immediatamente viene servito un cestino di panelle (frittelle di farina di ceci) come benvenuto dello chef. Poi prima ancora di esaminare il menu, ci viene presentato il pescato del giorno, facendoci vedere da vicino il pesce disponibile. L'antipasto viene servito quasi subito dopo l'ordinazione. Abbiamo assaggiato come antipasto  il polpo fritto su purea di ceci. Buono, anche se probabilmente il polpo non era proprio appena pescato. Ma comunque un buon piatto. Finito l'antipasto iniziano le "rogne". A seguire infatti abbiamo ordinato cous cous con fritturina di pesce e busiate pistacchio e gamberi. Tempo di attesa, 57 minuti. Da sottolineare che pur essendo domenica ci eravamo seduti al tavolo alle 19,45 e che sicuramente dopo l'antipasto il ristorante non era stracolmo. Ed invece notando una certa insofferenza dopo i primi 45 minuti...di gioco, si fa per dire, il cameriere è venuto più volte al nostro tavolo per scusarsi e la giustificazione del ritardo era la seguente: "sono arrivati molti clienti tutt'insieme e la cucina è andata in tilt". Se un ristorante va in tilt perchè arrivano contemporaneamente, cosa però non vera, molti clienti, a questo punto deve sperare che il proprio cibo non attiri troppa gente per non andare in confusione. Arrivano finalmente i piatti. Le busiate (pasta fatta in casa tipica trapanese) sono molto buone, magari forse con un po' meno olio sarebbero perfette. Sul cous cous con la fritturina del golfo (nella foto) va invece spesa qualche parola in più. Buona la semola ed anche il condimento, ma la sorpresa arriva dalla fritturina del golfo: due calamari, un gambero e la testa mozzata (fritta ovviamente) di un pescetto tipo triglia non ben identificato. E sicuramente vi chiederete come mai lo chef abbia infilato nel piatto anche la parte di un pesce che nessuno mangerebbe. La risposta? E' decorativa. Un fatto che ha dell'incredibile se a questo si aggiunge che nel secondo cous cous ordinato c'era il pezzo mancante dello stesso pesce. Quindi per ricapitolare in un piatto la testa e nell'altro ciò che resta del "cadavere mozzato". Naturalmente una situazione che può suscitare ilarità, ma mai quanto la risposta dello chef che riproponiamo: "è decorativa". Il conto è più che onesto, è nella media dei ristoranti di San Vito lo Capo. Molto gentile la moglie del titolare, un po' insistente invece il cameriere che ci ha serviti, ma comunque sempre con tanta gentilezza. Peccato per la "fantasia" della decorazione horror e per i tempi di attesa da cerimonia nuziale. - (PRIMAPRESS)