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Laurea da tre a cinque anni: la logopedia italiana guarda all'Europa

(PRIMAPRESS) - ROMA - Da tre a cinque anni. È stata l’esperienza francese a far aprire gli occhi ai logopedisti italiani, dando il via ad una serie di incontri bilaterali tra i rappresentati delle rispettive associazioni e che ora si trovano a convegno a Roma, con un progetto europeo – NetQues (Network per l'ottimizzazione standard e la qualità dei programmi educativi in Logopedia in tutta Europa) – che ha evidenziato l’esigenza di trasformare la laurea triennale abilitante ad una laurea quinquennale.  “La logopedia – spiega Tiziana Rossetto, presidente FLI – è una professione strategica per i cittadini e la società, ha un ruolo chiave nella riabilitazione della parola, della comunicazione e delle funzioni orali. Il nostro non è un progetto ambizioso, è solo una richiesta basata sulla quotidianità della professione e sull’esperienza. Dopo aver conseguito la laurea, infatti, i logopedisti proseguono gli studi con decine di corsi di perfezionamento e convegni (con una percentuale di frequenza ECM superiore rispetto alle altre professioni sanitarie) e con i gruppi di interesse in rete. Il corso di laurea triennale non è quindi più sufficiente per accedere a tutti gli apprendimenti oggi necessari per praticare efficacemente la professione logopedica”. Ecco il motivo per cui la professione dei logopedisti, spinta principalmente da una riflessione etica e dall’osservazione della realtà europea, chiede di poter avere una formazione di base quinquennale, a garanzia e a protezione dei pazienti.  “In Italia – aggiunge Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute, nel suo intervento inviato al convegno – la logopedia è una risorsa fondamentale. Purtroppo non si presenta in Europa con caratteristiche uniformi. Cercare di paragonare le diverse qualifiche in essere, definendo le competenze dei professionisti che operano nella UE, rappresenta quindi un modo utile per provare a superarne alcuni limiti, con lo scopo finale di garantire una maggiore sicurezza per i pazienti. Il progetto NetQues – continua il ministro – nasce proprio dall’esigenza di garantire che tutti i cittadini, sia italiani che europei, possano ricevere da professionisti competenti trattamenti logopedici di elevata qualità, efficaci, appropriati ed efficienti”.  Sono questi gli argomenti al centro del convegno “NetQues: la rete e lo spazio europeo della formazione del Logopedista. Quali apprendimenti e Competenze per la protezione dei Cittadini?” che si è svolto oggi a Roma al Ministero della Salute. - (PRIMAPRESS)