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Sport: I canoni per gli impianti in gestione slittano al 30 settembre. Pella (FI): “Le società potranno contare sulle iscrizioni in autunno”

Sport: I canoni per gli impianti in gestione slittano al 30 settembre. Pella (FI): “Le società potranno contare sulle iscrizioni in autunno”
(PRIMAPRESS) - ROMA - I canoni per l'utilizzo degli impianti sportivi slittano al 30 settembre con una provvedimento contenuto nel decreto Rilancio. "Sono particolarmente soddisfatto per l'avvenuto slittamento del pagamento dei canoni per l'utilizzo degli impianti sportivi al 30 settembre, resasi necessaria al fine di permettere ai Comuni italiani, già gravati da forti perdite e mancato gettito fiscale, di ricevere da parte delle federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva, società e associazioni sportive, professionistiche e dilettantistiche, il versamento dei canoni di locazione e concessori relativi all’affidamento di impianti sportivi." Così l'On. Roberto Pella in una nota dopo la fine della discussione del Decreto rilancio in Commissione: "A settembre gli Enti gestori saranno in grado di avere una sicura liquidità data dalle iscrizioni ai campionati del prossimo anno sportivo, dai tesseramenti degli atleti e dal pagamento delle rette, oltre che dall'auspicata ripresa, in sicurezza, degli eventi. Si tratta di una proposta costruita con molti assessori allo sport dei Comuni italiani di ogni dimensione, con cui mi confronto sempre in sede ANCI, per la quale ringrazio la Viceministra Castelli che l'ha saputa raccogliere." 
Pella aggiunge: "Ancora più rilevante, l'essere riusciti, grazie a un impegno supportato da tutto il gruppo di Forza Italia, a far approvare un emendamento a mia prima firma che interviene sulla norma che limitava la possibilità di revisione delle concessioni alle sole in scadenza nel 2023. Un limite temporale che non trovava riscontro nella realtà, soprattutto nel caso di impianti dispendiosi come quelli natatori o di impianti a servizio dell'attività sportiva di base per i cittadini, ubicati nei territori di tutto il Paese. Per recuperare i minori ricavi legati alla sospensione e alla riduzione delle attività sportive e per far fronte ai maggiori costi derivanti dal rispetto delle misure di prevenzione, società e associazioni, e di conseguenza i comuni concedenti, hanno bisogno di un periodo più lungo per ristorare le perdite e ammortizzare gli investimenti. Gli impianti in disuso o abbandonati sarebbero diventati nel volgere di pochissimo tempo del tutto obsoleti e inservibili e quindi avrebbero rappresentato un ulteriore costo, anche sociale, per i Comuni che ospitano tali strutture. Salvaguardare lo sport di base e coloro che ci investono significa garantire a tutti la possibilità di praticare attività sportiva e di vivere una vita più in salute. - (PRIMAPRESS)