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Nuova Pac: Apa "istituzione al servizio di tutti gli allevatori"

(PRIMAPRESS) - “L’Apa è un da sempre un organismo prettamente tecnico mobilitato al fianco di tutti gli allevatori, nessuno escluso, per il sostegno al miglioramento del comparto”. Queste le parole con il quale il presidente dell’Associazione Provinciale Allevatori di Brescia, Germano Pè, interviene nel dibattito scatenato nei giorni scorsi dalle nuove disposizioni in ambito Pac che coinvolgono anche il sistema allevatoriale. Come noto, la Conferenza Stato-Regioni ha infatti approvato il decreto ministeriale di attuazione della nuova Politica Agricola Comune, introducendo alcune novità importanti per quanto riguarda i premi accoppiati per il latte, che verranno erogati solo ai capi appartenenti ad allevamenti iscritti ai Libri Genealogigi o ai Registri Anagrafici sottoposti ai controlli funzionali. “Leggo da più parti dichiarazioni di esponenti del mondo agricolo bresciano che hanno giudicato negativamente questo passaggio, vivendo come un’imposizione calata dall’alto la necessità di iscrizione all’Apa per ottenere i pagamenti diretti Pac – dichiara il presidente Pè-. A tutti i soggetti coinvolti voglio però ricordare che l’Apa è un’associazione tecnica nella quale tutti gli allevatori hanno sempre trovato la propria casa, indipendentemente dalla loro appartenenza alle diverse organizzazioni agricole. E tutti gli allevatori, anche i non iscritti, hanno goduto dei benefici del nostro lavoro attingendo ai nostri dati sulla genetica e la selezione. Per questo stupiscono certe prese di posizione spesso anche virulente contro chi, come l’Apa di Brescia, lavora da sempre per il miglioramento genetico e il sostegno alla competitività dell’intero comparto zootecnico provinciale”. Il presidente Pè ricorda anche che con l’Associazione Italiana Allevatori è già allo studio un percorso di adesione che consentirà a tutti i produttori di latte non iscritti di aderire ad un piano di controlli semplificato, che non preveda aggravi di costi particolarmente per le realtà più piccole e disagiate. “Sono sicuro che, passata questa fase, le nuove stalle iscritte non potranno che apprezzare la qualità dei servizi di assistenza tecnica offerti dal Sistema allevatori – conclude Pè-. Lavoriamo infatti per un obbiettivo comune, che è quello di rendere sempre più efficienti, moderne e competitive le nostre stalle in questa difficile congiuntura di mercato, mettendo a disposizione i frutti di un continuo aggiornamento sui fronti della ricerca e della sperimentazione che già ha dato risultati di grande rilievo”. L’alto profilo tecnico del Sistema Allevatori Italiano è testimoniato da una storia lunga ormai 70 anni: in questo periodo, l’Associazione Italiana Allevatori si è sviluppata in maniera capillare su tutto il territorio nazionale, ed oggi conta 27 realtà nazionali di specie o razza, 19 associazioni regionali (Ara) e 47 associazioni provinciali ed interprovinciali, oltre a 9 enti operanti nella filiera zootecnica. “Ci siamo sempre battuti per la valorizzazione dell’alta qualità del prodotto italiano  – conclude Pè -. E fra i nostri compiti di maggior rilievo, oltre alla tenuta dei libri genealogici e dei registri anagrafici, c’è anche una capillare attività di controllo che consente oggi di garantire ai consumatori la massima sicurezza e trasparenza possibile sull’alta qualità delle produzioni made in Italy. E lo abbiamo fatto senza mai escludere nessuno”.

- (PRIMAPRESS)