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Vinitaly, la fiera di Verona lancia un servizio specifico per gli operatori con wine2wine

(PRIMAPRESS) - VERONA – Vinitaly punta ad essere l’unico e il solo polo promozionale e conoscitivo del vino italiano per il mondo dei produttori. Dopo essersi aggiudicato la gestione del spazio dedicato al vino all’Expo 2015 di Milano, Fiera di Verona ha creato infatti una “costola” della sua creatura principale – che ogni anno movimenta circa 150.000 visitatori in quattro giorni – dedicata espressamente al business piuttosto che al prodotto. Con wine2wine, in programma come evento il prossimo 3 e 4 dicembre sempre a Verona, parte un vero e proprio osservatorio con iniziative di formazione, informazione e networking per i produttori e gli operatori del settore. Vinitaly 2014 “L’Outlook di Vinitaly ora e wine2wine a dicembre – ha affermato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – sono i nuovi tasselli che aggiungiamo a Vinitaly, inteso come piattaforma di servizi alle imprese vitivinicole italiane che prima ascolta i propri clienti e poi li accompagna sui mercati internazionali. La prima edizione di wine2wine avrà luogo – ha proseguito Mantovani – quando sarà pronto il progetto complessivo per il vino ad Expo 2015, mentre la seconda si avrà nell’inverno 2015 a conclusione della grande esposizione mondiale e diventerà sicuramente un momento di consuntivo sulle attività svolte”. Alla presentazione di oggi del primo focus realizzato nell’ambito wine2wine, dedicato all’export, i dati più interessanti sono arrivati dai mercati sui quali gli espositori sembrano puntare per il prossimo futuro ovvero, soprattutto, Russia e Brasile ma anche l’area centrale degli Stati Uniti. “Scorporando i dati raccolti dall’indagine sugli espositori presentata da Enrico Gallorini di GRS Ricerca e Strategie, divisi in base al fatturato, - si legge in una nota ufficiale - emergono differenze significative rispetto all’export e ai Paesi target. Se quelli con fatturato fino a 100.000 euro esportano mediamente in sei Paesi, quelli sopra i 500.000 mila euro sono presenti con i propri in vini mediamente in 20 mercati; i primi prevalentemente nell’Europa comunitaria i secondi in tutte le aree geografiche del mondo. Primo Paese di sbocco è per tutte le classi di fatturato la Germania, mentre al secondo e al terzo posto ci sono la Francia e la Svizzera per i piccoli produttori fino a 100.000 euro di fatturato, la Svizzera e il Belgio per quelli tra 100.000 e 500.000 euro e gli Usa Costa Est e la Svizzera per le cantine di grandi dimensioni. Non mancano comunque piccole realtà capaci di esportare nella East Coast degli Stati Uniti (30%), in Giappone e West Coast Usa (23%), Cina, Hong Kong e Australia (12,5%). Russia in testa tra i mercati su cui investire per il 44% delle grandi aziende, con il Brasile – nonostante gli alti dazi di ingresso - al secondo posto (39%), mentre al terzo posto ci sono gli Emirati Arabi (31%), che precedono di un soffio Singapore (30%) e Messico (29%). La lista prosegue evidenziando una voglia di diversificare non presente nelle cantine di minori dimensioni, che si giustifica sia con la loro presenza già consolidata in un numero di Paesi maggiore, sia con una strutturazione organizzativa e una capacità di investimento maggiori”. - (PRIMAPRESS)